Raid di Israele in Yemen, in fumo le raffinerie di Hodeida: «È la risposta alle centinaia di attacchi Houthi dal 7 ottobre» – I video
Diverse esplosioni si sono verificate nel pomeriggio di oggi, sabato 20 luglio, a Hodeida, città portuale nell’ovest dello Yemen, controllata dagli Houthi. Le immagini che circolano sui social media mostrano un incendio di grandi dimensioni e denso fumo nero alzarsi da una serie di siti nei pressi del porto. Terminata l’operazione, Israele ha ufficialmente rivendicato il raid: aerei da guerra dell’Idf hanno colpito «obiettivi del regime terrorista degli Houthi nell’area del porto di Hodeida in Yemen», ha rivendicato l’esercito israeliano, precisando che si tratta della risposta «alle centinaia di attacchi condotti contro Israele nei mesi recenti». Da dopo il 7 ottobre, in effetti, le milizie sciite Houthi che controlla buona parte dello Yemen hanno lanciato centinaia di droni e missili verso Israele, quasi sempre intercettati o finiti fuori bersaglio. Ieri però uno di quei droni ha bucato le difese dell’Idf e per la prima volta ha fatto un morto e sette feriti quando ha colpito Tel Aviv. Secondo il canale libanese Al Mayadeen, affiliato a Hezbollah, a entrare in azione sarebbero stati caccia israeliani F35, che avrebbero colpito in particolare le raffinerie di petrolio del porto di Hodeida.
July 20, 2024
L’impatto dell’attacco e le minacce incrociate
In un primo momento la tv degli Houthi Al Masirah, nel dar conto degli attacchi, aveva sollevato l’ipotesi che si trattasse di un raid di Usa e Gran Bretagna. Riferimento poi rapidamente cancellato. Secondo il ministero della Sanità del gruppo Houthi i raid su Hodeida avrebbero causato «morti e feriti», in numero al momento non specificato. Si tratta della prima volta che Israele colpisce direttamente in Yemen dall’inizio della crisi regionale il 7 ottobre scorso, con l’eccidio compiuto da Hamas nel sud dello Stato ebraico. «L’incendio che attualmente brucia a Hodeidah è visibile in tutto il Medio Oriente e il significato è chiaro», ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. «Gli Houthi ci hanno attaccato più di 200 volte. La prima volta che hanno fatto del male ad un cittadino israeliano, noi – ha sottolineato Gallant – li abbiamo colpiti. E lo faremo ovunque sarà richiesto. Il sangue dei cittadini israeliani ha un prezzo. Ciò è stato chiarito in Libano, a Gaza, nello Yemen e in altri luoghi: se oseranno attaccarci, il risultato sarà identico». Israele pagherà per i suoi attacchi, hanno minacciato per tutta risposta gli Houthi. «L’entità sionista pagherà il prezzo per aver preso di mira le strutture civili e noi risponderemo all’escalation con un’escalation», ha detto Mohammed Al-Bukhaiti, membro del politburo Houthi, sul suo account X.
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