Il generale Vannacci non se la prende per la vicepresidenza dei Patrioti: «Io, descritto come il Mostro di Firenze»
Tutto sommato Roberto Vannacci non ha preso poi così male l’addio alla vicepresidenza dei Patrioti imposto alla Lega da Viktor Orbán e Marine Le Pen. Lo si capisce dall’intervista che rilascia oggi a La Verità, nella quale se la prende per un titolo: «Repubblica ha titolato: “Vannacci impresentabile anche per i patrioti”. Repubblica continua a farmi una grande pubblicità e io di questo sono grato. Ha decretato il successo del mio libro e poi il mio successo personale e adesso continua a seguirmi, diciamo, nelle mie vicende politiche, e sono convinto che mi farà tantissima pubblicità e tantissime operazioni di marketing. Infatti l’ho anche ringraziata formalmente con una maglietta».
Il Mostro di Firenze
Riguardo l’esclusione dalla vicepresidenza, arrivato dopo qualche resistenza, il generale sembra piuttosto tranquillo: «Il gruppo dei Patrioti è appena nato e si sta formando, si sta cristallizzando e ci sono funzioni e ruoli da attribuire e ovviamente ci sono diverse sensibilità. Si ricorda che cosa è successo ad agosto dell’anno scorso dopo la pubblicazione del mio libro e il primo articolo di Matteo Pucciarelli su Repubblica?». E va all’attacco: «Sono stato descritto come il mostro di Firenze, l’omofobo, il razzista, il fascista, il negazionista e addirittura l’antisemita. E quindi su molta stampa straniera probabilmente è successa la stessa cosa. Adesso la stampa di sinistra sta concentrandosi sul fatto che è nato questo nuovo gruppo attorno al quale bisogna stringere un cordone sanitario e che all’interno di questo gruppo c’è anche Vannacci, il male assoluto, il Grande Satana…».
«La gente capirà»
Vannacci l’esclusione se la spiega proprio così: «Quindi è probabile che in alcune nazioni straniere si sia creato un po’ l’effetto Repubblica di un anno fa. Ma io sono convinto che andrà a finire nello stesso modo: la gente capirà. Oltretutto il mio libro sta per essere pubblicato sia in francese sia in inglese. Così anche all’estero ci sarà la possibilità di leggerlo e rendersi conto di che cosa io abbia scritto. Al di là delle estrapolazioni, falsificazioni, decontestualizzazioni che sono state fatte. E tutto rientrerà nei termini. Peraltro, ripeto, il gruppo si sta formando. Gli esiti delle discussioni che abbiamo avuto nei giorni scorsi non li so ancora. Ci sono state delle discussioni e la cosa non mi preoccupa».
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