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Aggressione omofoba a Roma, identificati i responsabili: denunciati per lesioni personali quattro ventenni

20 Luglio 2024 - 18:24 Redazione
Si tratta di tre ragazzi e una ragazza, tutti incensurati. Sono stati riconosciuti dalle vittime

I presunti responsabili dell’aggressione omofoba avvenuta a Roma ai danni di una coppia di ragazzi gay sono stati identificati dai carabinieri. Si tratta di tre ragazzi e una ragazza, tutti incensurati e poco più che ventenni, ora denunciati per lesioni personali. In mattinata, i carabinieri del quartiere Eur – dove è avvenuta l’aggressione – hanno risentito le due vittime, che hanno riconosciuto in foto i quattro ragazzi. Secondo quanto ricostruito e testimoniato da alcuni video, le vittime erano appena uscite da una serata a tema lgbtqia+ e stavano attraversando la strada, mano nella mano, quando un’auto ha bloccato loro il passaggio e si è fermata. A quel punto, sono usciti tre ragazzi e una ragazza che hanno iniziato ad aggredire brutalmente la coppia. La scena è stata ripresa da alcuni testimoni e il filmato è stato diffuso dal Gay Center con un appello affinché i responsabili fossero individuati. Dopo l’aggressione, le vittime si sono precipitate in pronto soccorso e hanno denunciato l’aggressione alla polizia, chiedendo poi supporto legale al Gay Help Line, che offre assistenza alle vittime di omobitransfobia. 

La note dell’avvocato dei quattro giovani

Nota: Nella serata di domenica 21 luglio l’avvocato dei quattro giovani identificati, Annamaria Altera, ha fatto pervenire una nota alle redazioni delle principali testate cartacee e digitali, compreso Open, della quale diamo di seguito pubblicazione: «In relazione all’articolo relativo ad un’aggressione omofobia avvenuta a Roma nella notte tra il 13 e il 14 luglio, si precisa che i quattro ragazzi coinvolti nella lite con due ragazzi omosessuali, seppur consapevoli di aver avuto una reazione scomposto e sproporzionata alle provocazioni ricevute, non sono mai stati animanti da intenti discriminatori o sentimenti omofobi; mai hanno proferito espressioni discriminatorie e/o omofone; né sapevano che i due ragazzi fossero omosessuali. Tali circostanze sono state spontaneamente chiarite all’autorità procedente, verso la quale si sono dichiarati disponibili in qualsiasi momento a rendere interrogatorio per inquadrare esattamente la vicenda».

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