«Delusi e frustrati»: ecco perché quasi tutti i tennisti in carrozzina hanno disertato i campionati italiani assoluti organizzati a Sassuolo
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la modifica del regolamento a meno di un mese dal campionato italiano di categoria di Sassuolo. Così l’appuntamento più atteso dell’anno dagli atleti del tennis in carrozzina è stato un clamoroso flop: quasi tutti gli oltre 100 iscritti nelle varie categorie (Open, Quad, Femminile e Junior) hanno disertato per protesta contro la federazione gli assoluti previsti dal 10 al 14 luglio a Sassuolo. La manifestazione si è tenuta lo stesso, ma due giorni di programma sono stati tagliati e non assegnati tre titoli su quattro: si sono presentati infatti solo in 7, tutti nella categoria Open maschile e hanno giocato pochi incontri di singolari e di doppio conquistando comunque quel titolo che diventata importante per essere selezionati alle prossime Paraolimpiadi che si terranno a Parigi fra il 28 agosto e l’8 settembre 2024.
Federazione contestata, protesta guidata da un architetto che fa documentari per Rai e Sky
Anche per questo motivo la protesta dei tennisti in carrozzina (sono 500 i tesserati in Italia) è stata clamorosa e diretta frontalmente ai responsabili del settore tecnico del cosiddetto “Wheelchair Tennis”, che dipende dalla Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp). Come è facile immaginare la vita atletica dei tennisti in carrozzina non è semplice, e potere partecipare a una gara ufficiale richiede una complessa preparazione ed organizzazione logistica su cui la federazione non offre alcun contributo economico. Per questo è decisivo il preavviso di un evento, che è mancato appunto per i campionati italiani assoluti. Oltre cento atleti hanno scritto alla Fitp per manifestare la loro «profonda delusione e preoccupazione per le gravi inadempienze del settore tecnico e organizzativo wheelchair» Secondo gli atleti «questa situazione ha creato un clima di confusione e tristezza fra i giocatori, che si sentono esclusi e frustrati dalle decisioni che riguardano il loro futuro sportivo». Primo portavoce della protesta è l’architetto Luca Paiardi, campione Master italiano 2023 (e documentarista di Rai e Sky nella vita quotidiana) che ha raccolto insieme ad altri atleti le firme sotto la lettera con cui si chiede un incontro alla Federazione.