Alessandro Araimo (Discovery): «Amadeus su Nove? La trattativa è stata breve»

La Warner e la vicinanza ai Dem: la vera mission è fornire informazioni per far sbocciare un’altra opinione

Alessandro Araimo è il numero uno di Warner Bros Discovery Italia e Iberia. Oggi da lui lavorano Fabio Fazio, Amadeus e Maurizio Crozza. E in un’intervista a La Stampa Araimo dice che «il Terzo polo è superato. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema editoriale che sia sostenibile anche tra vent’anni. Nessuno riesce a immaginare come sarà la televisione tra dieci anni. Ma certamente sulla smart tv si consuma ancora il 95% dei programmi della Tv lineare». Secondo il manager «invece ci sono ancora margini di crescita sia sul fronte della Tv lineare che su quello pay e sullo streaming. Un operatore globale, come noi, si pone questi temi e poiché ha una strategia globale mette a terra tutto il suo “arsenale” per attrarre pubblico e clienti. I successi del Nove, infatti, fanno crescere l’intero portfolio della nostra offerta e non solo quella televisiva».


L’evoluzione

Araimo racconta le evoluzioni dell’audience: «Nel 2015 quando abbiamo acquisito Deejay Tv (poi ribattezzato Nove) faceva lo 0, 1% di share, oggi il venerdì siamo attorno al 7% e la domenica siamo a percentuali a due cifre. Ma soprattutto non stiamo fermi. Vogliamo realizzare progetti con gradualità accelerata per costruire il futuro sulla base dei successi passati. In questo senso, possiamo avere anche la serenità di sbagliare nella consapevolezza però di guardare a progetti ampi e di essere rapidi nelle scelte».


E descrive cosa può succedere nei prossimi anni: «È possibile che nel breve e medio periodo nel sistema media ed entertainment ci saranno altri grandi consolidamenti ai quali sopravviveranno quattro, cinque soggetti globali. Noi puntiamo ad esserci e nel 2026 lanceremo anche in Italia “Max” una nuova piattaforma già attiva in USA, America Latina e alcuni Paesi europei per fare da volano allo sfruttamento di tutti i nostri contenuti: dai nostri grandi titoli del cinema, alla serie televisive di Hbo, lo sport, Cnn, i documentari e tutti i nostri show di “real life entertainment”».

La vicinanza ai Democratici

Anche se in America la Warner è considerata vicina ai Dem, in Italia secondo Araimo «nella maniera più libera possibile il nostro impegno, da sempre, è quello di costruire un modello televisivo per consegnare al pubblico gli strumenti utili per farsi il più possibile un’analisi critica di ciò che lo riguarda e lo circonda. In questo senso la vera mission è fornire informazioni per far sbocciare un’altra opinione, non solo politica ma su tutto». Infine, spiega come ha portato Crozza, Fazio e Amadeus su Nove: «Quella con Crozza è stata forse la trattativa più difficile. Il Nove non era ancora affermato. Poi ha preso man mano visione del progetto e dell’investimento che volevamo fare con il suo arrivo. Il primo di una serie di progetti ambiziosi per uscire dalla nostra nicchia».

E ancora: «Con Fabio Fazio, invece, è stata la trattativa più lunga. Avevamo iniziati a parlarci prima del Covid ma poi tutto fu rinviato e dopo la pandemia abbiamo ripreso il dialogo: siccome molte cose ce le eravamo già dette si è trovata la quadratura del cerchio abbastanza rapidamente. Mi inorgoglisce sapere che la sua non è stata una decisione “contro” (contro la Rai, la politica, il governo ndr) ma una scelta pro, a favore di qualcuno e di un nuovo grande progetto. Con Amadeus, invece, la trattativa è stata probabilmente la più breve. Ha visto il successo di chi lo ha preceduto ma credo abbia percepito la voglia di crescere della nostra azienda. Ha un’energia fuori dal comune. Il nostro è un accordo a lungo termine finalizzato a innovare la televisione».

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