Salva un 12enne nel fiume Adda a Lodi. Il campione di nuoto Vanelli: «Non c’era tempo per riflettere»

Il racconto: «Era stremato e stava perdendo le forze. L’ho abbracciato e tenendolo stretto sono riuscito a portarlo sulla riva opposta»

«Ho sentito gridare aiuto e ho visto il ragazzino che si sbracciava. Ho capito che non c’era tempo per riflettere. Mi sono buttato nel fiume, ho nuotato controcorrente. La corrente del fiume era veramente forte, ma non c’erano alternative, il ragazzino era stremato e stava perdendo le forze. L’ho abbracciato e tenendolo stretto sono riuscito a portarlo sulla riva opposta. Assicurandomi poi che stesse bene facendolo parlare e camminare per un po’». Questo il racconto di Federico Vanelli, nuotatore nelle Fiamme Oro della Polizia di Stato, che ripercorre i momenti concitati in cui sabato pomeriggio ha salvato un dodicenne che stava annegando nel fiume Adda, a Lodi.


«Il momento più duro? Dopo aver portato il ragazzo a riva ho provato a tornare indietro»

Vannelli, medaglia di bronzo nella 5 km a squadre ai Mondiali di Budapest del 2017 non voleva nemmeno raggiungere il fiume quel sabato. Ma gli amici hanno insistito perché arrivasse anche lui a trascorrere un pomeriggio di relax. E quando ha visto quel ragazzino in difficoltà, l’ex campione azzurro non ha esitato un attimo a gettarsi in acqua. «Questo episodio – conclude Vanelli – ha davvero dato un senso in più a tutta la mia carriera sportiva. Il momento più duro? È stato quando, dopo aver riportato a riva il ragazzino, carico di adrenalina, ho scelto di tornare a nuoto sulla sponda dalla quale mi ero buttato, quella opposta. In quel momento ho accusato tutta la stanchezza».


Leggi anche: