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Israele, l’esercito annuncia la morte di due ostaggi a Khan Younis: «Uccisi mesi fa»

22 Luglio 2024 - 14:02 Ugo Milano
Ostaggi israeliani morti
Ostaggi israeliani morti
Sono 44 finora gli ostaggi morti dopo il rapimento del 7 ottobre da parte di Hamas secondo fonti israeliane

Due ostaggi israeliani, prigionieri a Gaza dal 7 ottobre dello scorso anno, sono stati uccisi. È quanto rende noto l’esercito dell’Idf secondo informazioni di intelligence. Il bilancio complessivo dei deceduti sale quindi a 44 su 116. Le vittime sono Alex Dancyg, 75 anni, e Yagev Buchshtav, 35 anni. La morte di quest’ultimo era già stata resa nota dal kibbutz Nirim, secondo il quale sarebbe stato assassinato diversi mesi fa dai miliziani di Hamas a Gaza. Il 35enne era stato rapito nella comunità di confine con Gaza del Kibbutz Nirim. Lo scorso marzo, Hamas aveva annunciato che era morto per mancanza di cibo e medicine, mentre il 75enne sarebbe stato ucciso dal fuoco israeliano. Anche la moglie del 35enne, Rimon Kirsht, era stata presa in ostaggio assieme a lui, ma è poi stata rilasciata il 28 novembre nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco temporaneo. Nel frattempo, fonti di Gaza riferiscono che tank e truppe dell’idf israeliano stanno entrando nei quartieri orientali di Khan Yunis, nel sud della Striscia. Si tratta delle zone da cui questa mattina l’esercito aveva chiesto ai residenti di evacuare in quanto «zona pericolosa» a causa della «presenza di infrastrutture di Hamas e di lanci di razzi».

Borrell sui territori occupati in Cisgiordania

Nel frattempo, a margine del Consiglio Esteri, interviene l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, che commenta la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell’Onu secondo cui l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele è illegale. «Il parere consultivo emesso dalla Corte internazionale di giustizia afferma chiaramente la posizione che l’Ue ha sempre sostenuto: l’occupazione dei territori palestinesi in Cisgiordania è completamente illegale e deve cessare. È un parere consultivo, ma è la Corte internazionale di giustizia, il massimo organo legale delle Nazioni Unite, a emetterlo dando un messaggio molto chiaro: Israele deve ritirare i suoi insediamenti. Le Corti stanno arrivando per colmare il vuoto della politica», ha dichiarato Borrell. «Purtroppo, non c’è mai stata una discrepanza così grande tra il diritto internazionale e la realtà dei fatti», ci ha tenuto a mettere in evidenza con riferimento alla situazione a Gaza e ha aggiunto che il governo di Benjamin Netanyahu può «interpretare la storia come vuole, ma stiamo parlando di diritto internazionale che deve essere rispettato. Il parere – ha concluso – dell’Aja deve essere implementato dai poteri politici e l’Unione europea ha una responsabilità speciale».

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