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Usa 2024, Kamala Harris e i sondaggi contro Donald Trump: «Ecco come può farcela»

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Le rilevazioni hanno convinto Biden al ritiro. E oggi incoronano il candidato repubblicano. Ma il margine è di due punti percentuali in media. E conteranno i voti negli Stati chiave. Oltre al precedente di Hillary Clinton

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris parlerà oggi per la prima volta dopo l’investitura di Joe Biden. Harris parlerà alle 11.30 ora di Washington (le 17.30 in Italia) in occasione della cerimonia fissata da tempo per celebrare le squadre sportive che hanno vinto gli ultimi campionati universitari. Intanto ci sono i sondaggi. Che hanno avuto un ruolo nel ritiro del presidente dalla corsa contro Donald Trump. E che oggi dicono che Harris non ha risultati migliori. Ma il margine medio indicato nelle sfide è di quelli che permette ancora di sperare: 1,9/2 punti percentuali di distacco con il tycoon. E gli analisti sono divisi tra chi dice che l’uscita di scena di Biden ha appena messo nelle mani del Partito Democratico una concreta possibilità di vittoria e chi dice che la partita è già chiusa.

I sondaggi e il ritiro di Biden

I sondaggi hanno avuto un ruolo nel ritiro di Biden. Tutti molto negativi dopo la sfida tv con Trump, hanno spinto il presidente a ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. «Biden è sempre stato molto sensibile all’opinione delle persone», spiega il politologo Iam Bremmer oggi a Repubblica. Mentre il cambio di candidato è una cattiva notizia per Trump: «Adesso sono i democratici ad avere l’attenzione di elettori e media. Gli hanno sfilato i titoloni sulle prime pagine dei giornali proprio quando era all’apice della popolarità» per l’attentato. Nelle ultime tre settimane sono state pubblicate undici rilevazioni sulla sfida tra Harris e Trump. Solo in due la democratica è data per vincente. Una di Abc News e Washington Post condotta tra il 5 e il 9 luglio e una di Npr/Pbs/Marist che risale al 9 e 10 luglio.

La media tra Harris e Trump

Nelle altre Trump è in vantaggio con un margine che va da 1 a 6 punti. La media dice che Trump è intorno al 48,2% e Harris è al 46,3%. Un margine ritenuto non insormontabile. C’è anche un dato in controtendenza. In un ipotetico testa a testa, Harris e Trump erano dati alla pari con il 44% di sostegno ciascuno in un sondaggio Reuters/Ipsos poll del 15-16 luglio condotto immediatamente dopo il tentativo di omicidio di Trump del 13 luglio. Trump ha preceduto Biden dal 43% al 41% nello stesso sondaggio, anche se la differenza di 2 punti percentuali non è significativa considerando il margine di errore di 3 punti della rilevazione. Mentre gli ultimi sondaggi su Biden dicevano che tre americani su cinque volevano il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca.

Il dettaglio delle rilevazioni

Il Corriere della Sera oggi pubblica i dettagli delle rilevazioni per la sfida Harris-Trump. Il sondaggio del 28 giugno di Data for Progress dava tre punti di distacco in favore di Trump, quello di Cnn (28-30 giugno) diceva che la sfida era 47 a 45 mentre il distacco era di sei punti percentuali nella rivelazione di Forbes/HarrisX. Il sondaggio Reuters/Ipsos dell’1-2 luglio dava un punto di distacco tra i due, mentre il poll di Abc News e Washington Post del 5-9 luglio dava il risultato di 49 a 47 per Harris. La rilevazione di Emerson del 7-8 luglio riportava di nuovo sei punti di distacco tra i due a favore di Trump. Quella di Npr/Pbs/Maris dava in vantaggio Harris di un punto (50 a 49). Le ultime quattro, ovvero quelle di Nbc, Fox, ancora Forbes/HarrisX e Cbs davano tutte Trump in vantaggio con percentuali da uno a quattro punti.

Kamala Harris può farcela?

Va detto che anche esperti ed analisti sono dubbiosi nel rispondere alla domanda “Kamala Harris può farcela?”. Bremmer è diplomatico: «Mettiamola così: voleva fortemente la nomination fin da quando corse le primarie del 2020. E poi, in quanto vicepresidente, è conosciuta a livello nazionale – un vantaggio rispetto a qualunque altro aspirante candidato, che non avrebbe altrettanta riconoscibilità – e internazionale. Sabato ha tenuto un fundraising durante il quale ha raccolto 2 milioni di dollari, il doppio dell’obiettivo previsto di uno: quindi piace ai donatori. E ha il sostegno delle donne: se lo è guadagnato girando il Paese parlando della battaglia per il diritto d’aborto. Ora che Biden passerà come salvatore del partito, aver lavorato con lui sarà una ulteriore medaglia sul suo petto».

Tre punti di vantaggio negli stati chiave

Il biografo di Biden Franklin Foer dice invece che la peculiarità del sistema elettorale americano dà una chance alla vicepresidente. «È chiaro che la campagna elettorale cambierà segno. Di certo si può dire che per come sono disegnati i collegi, i democratici per vincere la presidenza hanno bisogno di avere in media 3 punti di vantaggio negli Stati chiave. Non bastano i voti: Hillary Clinton aveva battuto Trump nel voto popolare ma ha perso la Casa Bianca, Biden nel 2020 ha avuto meno voti di Clinton ma ha vinto nei collegi», dice.

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