Autonomia differenziata, il sindaco Guerra contro la riforma: «Il referendum sarà un’occasione unica per il campo largo»

Il primo cittadino, secondo una recente classifica il più amato d’Italia, spiega perché la raccolta firme potrebbe aiutare le opposizioni a unirsi

«L’Autonomia crea diseguaglianze, divide il Paese senza essere ben vista da tutto il Nord. Il problema, anche in una regione forte come l’Emilia-Romagna, è la tenuta del sistema-Paese». Michele Guerra, sindaco di Parma e di recente nominato primo cittadino più amato d’Italia, spiega perché l’autonomia differenziata voluta dal governo Meloni non è una buona riforma ma è un’occasione per le opposizioni di ritrovare unità e mettersi alla prova. «La raccolta di firme per il referendum contro l’Autonomia è una bella prova per il campo largo, un test di forza per il centrosinistra e una riflessione necessaria sul concetto di democrazia», ha spiegato a la Repubblica, «del resto non esiste salvezza fuori dal campo largo, se vogliamo proporre un modello forte e alternativo al centrodestra. Elly Schlein ha lavorato moltissimo, i risultati si vedono. L’Emilia-Romagna ha dimostrato che funziona, è questa la strada giusta». Lo stesso Guerra è stato eletto da indipendente, alla testa di nove liste diverse tra loro. «Non è stato facile, ma si è trattato di un esercizio decisivo», dice oggi, «ci si è confrontati sui vari temi da posizioni non così vicine, ma dentro un perimetro di valori. Si trova la quadra, poi il programma però dev’essere la Bibbia». Le politiche del 2022 vinte dal centrodestra dimostrano che il centrosinistra deve «proporre un modello forte alternativo»: «Oggi il Pd è più forte come perno di una coalizione. Sono certo che le altre forze coglieranno un’occasione che il contesto storico ci obbliga a cogliere». Guardando sia al Movimento 5 Stelle che all’ex Terzo polo, pur con le dovute specificità. «A Parma, l’esperienza con il Movimento 5 Stelle è stata peculiare: l’espulsione del sindaco Federico Pizzarotti ha di fatto “cancellato” il M5S. Però la loro presenza nel campo largo è necessaria», ragiona Guerra, «il dialogo ora deve essere diverso, perché hanno cavalcato in maniera poco assennata alcune linee populiste e ne portano le ferite». Ammette poi di avere qualche dubbio sulle posizioni di Giuseppe Conte: «Non ho sinceramente mai apprezzato le pose sprezzanti ogni volta che il Pd ha teso la mano, non si può accettare questo atteggiamento in coalizione». C’è poi Matteo Renzi, con il quale il dialogo è ancora possibile: «Se il centro capisce che il suo spazio è nel centrosinistra e non da altre parti, è una notizia buona e importante».


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