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La lunga notte di Scampia, dopo il crollo alla Vela Celeste: in centinaia non possono rientrare a casa. Rabbia di Saviano. Geolier: «Abbandonati, non ci sono più lacrime»

23 Luglio 2024 - 22:36 Stefania Carboni
Due morti e 13 feriti. Oggi solo 66 famiglie potranno tornare nelle loro abitazioni. La dj De Luca: «Pretendo che chiunque abbia usufruito di questo posto usandolo e poi lasciandolo così com’è metta mano alla tasca»

Il giorno dopo il crollo alla Vela di Scampia resta il dolore di chi ha perso un caro tra i due morti, o di chi ha qualcuno tra i 13 feriti (di cui due bambine, gravissime, ricoverate al Santobono). Sono centinaia le persone evacuate, di cui almeno 300 minori, dopo il cedimento del ballatoio al terzo piano che ha coinvolto anche il primo e secondo livello, causando la tragedia. Monta la rabbia, per una strage che forse si poteva evitare. «La domanda non è come mai sia collassato un ballatoio della vela celeste, ma come mai sia accaduto soltanto adesso. E come mai non venga giù tutto, visto lo stato di totale abbandono della struttura. E nel descrivere il dramma, come se servisse il gancio narrativo per raccontare una tragedia annunciata, si continua a citare Gomorra, senza capire che Gomorra ha provato a portare attenzione, un’attenzione che non avete voluto dare», ha scritto Roberto Saviano sul suo profilo Instagram. «Ma di che parliamo! Il decreto Caivano ha trattato come fosse criminalità il disagio sociale, la marginalizzazione, la mancanza di infrastrutture, la povertà educativa oltre che la povertà economica. Il Governo, con il decreto Caivano, a noi che apparteniamo a quella terra, ha detto una cosa semplice: siete tutti una grande Gomorra e la vostra rinascita – aggiunge lo scrittore -, il vostro riscatto a noi non interessano».

La rabbia di Geolier e della dj De Luca

Il rapper Geolier e la dj internazionale Deborah De Luca postano sui social la stessa foto: una donna in lacrime e sporca dopo il crollo. Il rapper scrive: «Siamo cinematografici ma abbandonati.
Senza più lacrime, così non si può». Mentre Deborah De Luca scrive: «Ho usato anche io, come tanti altri, le Vele di Scampia come set per il mio lavoro. Perché sono nata nei palazzi di fronte e perché le ho avute come panorama affacciandomi quasi tutta la vita. Ora, pretendo, non chiedo, PRETENDO che chiunque abbia usufruito di questo posto usandolo per i propri tornaconto e poi lasciato così com’è senza aiutare o migliorare la vita di chi ci abita, metta mano alla tasca. Me compresa, e dia il suo contributo, io ovviamente sarò la prima». «Non sono a Napoli ma torno domani, e vado diretta a portare la mia parte in denaro e beni di prima necessità, non una stretta di mano. Che facciano così anche gli altri, Tv, serie, cinema, foto, musica. Ripeto, io sarò la prima», sottolinea.

La lunga notte degli sfollati

Cinque scuole, sei sedi di associazioni ed enti e la Municipalità di Scampia. Sono questi i luoghi che da stasera sono a disposizione degli sfollati della Vela Celeste che non possono rientrare nelle loro case. Oggi per la Prefettura solo 300 persone entro stasera potranno rientrare nelle loro abitazioni mentre altre 500 abitanti dovranno rimanere fuori e possono recarsi in una delle strutture scelte. Gli istituti scolastici aperti sono Istituto Scolastico Caro Berlingieri Pascoli Rodari Moscati, Aganoor Marconi, Giovanni XXIII Aliotta, Alpi Levi, Pertini Don Guanella. Ci sono posti letto e assistenza anche nelle associazioni ed enti Officina delle culture Gelsomina Verde, Centro Hurtado Scampia, Chiesa Santa Maria della Speranza, Centro Polisportivo Raggio di Sole, Centro sportivo Maddaloni, Casa della Socialità e nella Sede della Municipalità. Ma almeno 150 persone Crollo trascorreranno la notte alla Federico II Napoli. Oggi alcuni di loro avevano occupato la facoltà di Medicina per protesta.

(in copertina le vittime del crollo: Roberto Abbruzzo, 29 anni, morto sul colpo, e Margherita Della Ragione, 35 anni, morta in nottata per un arresto cardiocircolatorio sopraggiunto a causa dei gravi traumi riportati)

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