Il mare Adriatico è più pulito: «Niente mucillagini ma la temperatura è sempre più alta»

Il biologo marino Danovaro: «La massa compatta di inizio estate si sta disgregando in fiocchi biancastri»

Il mare Adriatico non ha più il problema delle mucillagini. Non è più un “mare sporco”, come veniva definito. Roberto Danovaro, biologo marino che è stato per 10 anni fino al 2022 presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn a Napoli e insegna all’università Politecnica delle Marche ad Ancona, dice che «le prime osservazioni avvennero proprio in Italia nel 1729. E in alcune vecchie immagini si vedono gli uomini in spiaggia in costumone e le donne con cappellino e ombrello che si tappano il naso». Adesso la situazione, spiega a Repubblica, è «in miglioramento per le mucillagini. In peggioramento per il caldo».


Le mucillagini

Secondo Danovaro le mucillagini si stanno sciogliendo in molti punti: «La massa compatta di inizio estate si sta disgregando in fiocchi biancastri. È il segno che i batteri del mare sono al lavoro per decomporla». Per la temperatura, invece, «siamo ormai ai livelli delle Maldive, ma senza i colori dei tropici. Il Mediterraneo è un mare di mezzo. D’estate ha tratti tipici delle acque tropicali e d’inverno di quelle temperate atlantiche. Si sta riscaldando come un mare tropicale, ma non può ospitare le scogliere coralline. Reagisce desertificandosi. Immergendosi si vedono spesso paesaggi brulli, rocce nude senza le alghe né i colori di un tempo. A prima vista l’acqua può sembrare più trasparente e pulita. Ma l’acqua torbida è anche sinonimo di vita, di ricchezza di fitoplancton».


Il fertilizzante

Le mucillagini «sono state rarissime fino agli anni ’70-’80. Poi sono diventate più frequenti. Nel 2006-2007 durarono una stagione intera e il turismo in Adriatico fu devastato. I giornali tedeschi scrivevano di non partire per l’Italia perché il mare puzzava. La Croazia ci accusò di contagiare anche lei. Da allora il nostro paese ha preso sul serio il problema. Una causa fu individuata nel Po, che scaricava nell’Adriatico i resti dei fertilizzanti dell’agricoltura padana e i polifosfati dei detersivi. Questi ultimi sono stati nel frattempo vietati e la situazione è migliorata».

Secondo l’esperto «servono tre fattori perché si sviluppino. La luce della primavera. Nutrienti come quelli scaricati dal Po: le alghe sono vegetali e crescono anche grazie ai fertilizzanti. Infine acque calme. Quest’ultima condizione è legata al riscaldamento climatico, che porta a periodi di bel tempo prolungati. Le temperature alte creano inoltre stress sul fitoplancton, inducendolo a secernere più mucillagine. Se tutti questi fattori si verificano insieme — il termine che usiamo anche nella scienza è lotteria del mare — poche centinaia di alghe possono diventare centinaia di milioni in pochi giorni».

Il mare più pulito

Oggi il Mar Adriatico è più pulito. Ma il problema dell’inquinamento è stato sostituito da quello del riscaldamento: «Da ragazzino la temperatura media dell’acqua in estate era 25°. Ora siamo quasi a tre gradi in più, e i picchi di 30° non saranno il punto di arrivo. Presto arriveremo 30 e mezzo, che è oltre le acque tropicali ed equatoriali. La pesca ha inoltre impoverito la vita marina. Ricordo che raccoglievamo i cannolicchi con le dita dei piedi e la sera mangiavamo la pastasciutta. Oggi non se ne t rovano più. Alcune specie però ci hanno guadagnato. Le tartarughe marine nidificano ormai in tutta Italia. E la posidonia, pianta marina che fornisce l’habitat a centinaia di altre specie, ha fioriture più frequenti e spettacolari. Sembrano nontiscordardimé, ma bianchi. Quando si staccano riempiono il mare dei loro petali».

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