Naufragio di Cutro, chiusa l’indagine: 6 indagati tra Finanza e Guardia Costiera

Diciassette mesi dopo la tragedia, la procura Crotone chiederà il rinvio a giudizio per sei militari: le ipotesi di reato sono falso, omissione in atto d’ufficio e strage in conseguenza di altro reato

La Procura di Crotone ha chiuso le indagini sul naufragio di Cutro e sta notificando gli atti a sei militari che la notte del 25 febbraio 2023 sbagliarono le modalità di intervento per il soccorso del caicco, a 40 miglia al largo delle coste calabresi, prima che si spezzasse a metà trascinando con sé almeno 98 vite. Diciassette mesi dopo la strage, sono quattro militari della Guardia di finanza e due della Guardia costiera le persone che secondo la procura non sarebbero state in grado di prevenire un naufragio evitabile. I finanzieri hanno sbagliato le modalità di azione dopo la segnalazione dell’imbarcazione, è la tesi del pm Pasquale Festa e della procura guidata da Giuseppe Capoccia, e le comunicazioni con i colleghi. I due della Guardia costiera, due ufficiali di ispezione riferisce il Corriere della Sera, avrebbero delle responsabilità per la loro non azione. Sia pure indotti in errore dai finanzieri, non si preoccuparono di informarsi per far scattare le operazioni di soccorso in mare. Gli operatori della Finanza comunicarono che sarebbero intervenuti come evento di low enforcement «mare permettendo», un’affermazione che avrebbe dovuto allertare di più la Guardia costiera. I reati ipotizzati dal pm per i quali chiederà il rinvio a giudizio sono falso, omissione in atto d’ufficio e strage come conseguenza di altro reato, e nei prossimi giorni saranno più chiare le presunte responsabilità specifiche dei diversi indagati.


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