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Parlamento europeo, via alle commissioni: a Decaro (Pd) il ruolo più importante, a secco Lega e M5s, pienone per FdI

23 Luglio 2024 - 14:36 Felice Florio
Dei 13 italiani eletti ai vertici delle commissioni, sei provengono da Fratelli d'Italia e cinque dal Partito democratico

Prende forma la struttura degli organi parlamentari europei. La X legislatura, iniziata ufficialmente lo scorso 16 luglio con l’insediamento dei nuovi eurodeputati, ha visto oggi l’elezione degli uffici di presidenza delle 20 commissioni permanenti. La mattinata del 23 luglio si è aperta con la notizia della nomina di Nicola Zingaretti a capodelegazione del Partito democratico. E in un delicato equilibrio tra correnti, Elly Schlein è riuscita a incassare un buon risultato ai vertici delle commissioni. Dei 13 italiani investiti dei ruoli di presidenza, cinque arrivano dal Nazareno. Inoltre, l’unico connazionale ad aver ottenuto l’incarico di presidente è il Dem Antonio Decaro: guiderà una delle commissioni più influenti, la Envi – ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare – che, nella scorsa legislatura, era anche la più grande, con 88 eurodeputati. Gli altri 12 italiani sono tutti vicepresidenti, con Fratelli d’Italia che piazza sei dei suoi, Forza Italia uno e Alleanza verdi e sinistra uno. Nessuno eurodeputato di Lega e Movimento 5 stelle, invece, è stato designato.

L’equilibrismo di Schlein

Le dinamiche correntizie, tutt’altro che estinte al Nazareno, hanno influito sulla scelta dei nomi per le commissioni. Per bilanciare il posto di capo delegazione dato a Zingaretti – ricollocatosi al fianco della segretaria dopo le turbolenze nell’area a sinistra – l’unica presidenza in palio per gli italiani è stata affidata al riformista Decaro. «Il manuale Cencelli ha guidato la ripartizione degli incarichi», dice a Open una fonte Dem a Bruxelles. Ai riformisti va anche la vicepresidenza in commissione industria, con Giorgio Gori. Lo schleiniano Alessandro Zan diventa vicepresidente della commissione libertà civili, giustizia e affari interni. Il gruppo di Claudio Mancini ottiene la vicepresidenza della commissione trasporti e turismo, portando Matteo Ricci. Infine, la commissione bilanci vede l’elezione a vicepresidente di Giuseppe Lupo, vicino all’area di Dario Franceschini.

Gli ammiragli di Meloni

Giorgia Meloni, che guida i Conservatori, non ha avuto presidenze per Fratelli d’Italia. Ma di vicepresidenti ne vanta sei, il numero più alto per un partito italiano. Si tratta di Alberico Gambino, nella commissione affari esteri, Pietro Fiocchi, ambiente, Elena Donazzan, industria, Francesco Ventola, sviluppo regionale, Mario Mantovani, affari legali, e Giuseppe Milazzo, pesca. «Dopo l’elezione a vicepresidente del Parlamento europeo di Antonella Sberna, la delegazione di Fratelli d’Italia diventa sempre più centrale all’interno delle istituzioni europee», esultano, in una nota, il capodelegazione meloniano a Bruxelles Carlo Fidanza e il copresidente dei Conservatori Nicola Procaccini.

Gli altri eletti e le quattro sottocommissioni

Forza Italia ha portato alla vicepresidenza della commissione per il controllo del bilancio Caterina Chinnici, mentre Alleanza verdi e sinistra è riuscita a far eleggere Cristina Guarda (Verdi) nella commissione per le petizioni. Rispetto alla precedente legislatura, l’Italia ha perso una presidenza, quella della commissione affari costituzionali che era detenuta dal forzista Salvatore De Meo. La Germania è il Paese che ha conquistato il numero maggiore di presidenze, sei, seguita dalla Spagna, i cui eurodeputati guideranno tre commissioni, e dalla Polonia, che ha ottenuto presidenze. Nelle quattro sottocommissioni, infine, sono presenti i nomi di appena due italiani. In quella per la sicurezza e la difesa compare ancora il meloniano Alberico Gambino, già membro della commissione affari esteri. La sottocommissione per le questioni fiscali, invece, ha visto l’elezione nel ruolo di presidente il grillino Pasquale Tridico.

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