La piccola Agnese morta in auto. Cambia l’accusa per il padre: abbandono di minore con conseguente morte

Parla l’avvocato del padre: «Non conosco le ragioni, ma dovrebbe essere omicidio colposo»

La tragedia avvenuta lo scorso 18 luglio a Marcon, in provincia di Venezia, quando una bambina di un anno, Agnese, è morta dopo essere stata dimenticata in auto dal padre, sta assumendo contorni sempre più delicati dal punto di vista giudiziario. La pm Anna Andreatta ha deciso di cambiare il capo di imputazione nei confronti del padre da omicidio colposo ad abbandono di minore con conseguente morte. Si tratta di un sostanziale aggravamento delle conseguenze legali per l’uomo. Infatti, mentre la pena per omicidio colposo va da sei mesi a cinque anni, quella per abbandono di minore con esito mortale può arrivare fino a otto anni di reclusione. La decisione della pm arriva dopo i risultati preliminari dell’autopsia che è stata effettuata martedì mattina, dai quali è emerso che la bambina è morta a causa delle temperature estreme raggiunte all’interno dell’auto.


Parla l’avvocato del padre

«Certamente si tratta di un aggravamento della situazione, di cui non conosco le ragioni. A mio giudizio l’evento tragico si dovrebbe qualificare come omicidio colposo. In questo momento posso soltanto dire che cercheremo di chiudere questo caso molto penoso al più presto», ha dichiarato Giorgio Pietramala, avvocato del padre, secondo quando riportato dal Corriere del Veneto. La relazione finale sull’autopsia sarà completata entro 60 giorni e sarà cruciale per delineare definitivamente le circostanze della tragedia. Secondo quanto ricostruito finora, a fare il tragico ritrovamento sono stati alcuni colleghi del padre durante la pausa pranzo. L’uomo aveva parcheggiato la macchina negli spazi previsti della ditta dove lavora a Marcon, prima di iniziare il lavoro. L’auto è rimasta fermo per diverse ore diventando incandescente e con le temperature record che hanno provocato la morte della piccola.


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