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Perché è crollato il ballatoio alla Vela Celeste di Scampia: la passerella abusiva, i lavori e le voci sulla lite

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La ricostruzione della dinamica del crollo. Le accuse alla manutenzione. Gli schiamazzi di quel lunedì sera e i tremori della ristrutturazione

Cosa è successo nel crollo del ballatoio di lunedì 22 luglio alla Vela Celeste di Scampia? Il bilancio della tragedia è di due morti e 13 feriti, tra cui due bimbe gravissime. Ottocento sono gli evacuati, mentre molti rimangono per strada. Le vittime sono Roberto Abbruzzo (29 anni) e sua zia Margherita Della Ragione (35). Per le due bambine le condizioni sono disperate a causa dello schiacciamento della testa che ha causato gravissime fratture al cranio. L’indagine dei pm Manuela Persico titolare del fascicolo) e Mario Canale, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, ipotizza i reati di disastro, crollo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose. E adesso punta prima di tutto a una ricostruzione precisa della dinamica dell’accaduto. Verificando anche le procedure amministrative dei lavori alla Vela, che doveva rimanere l’unica in piedi.

La dinamica del crollo

Il crollo è stato innescato dal cedimento di una passerella che collega il corridoio esterno a un’abitazione. Questo, spiega oggi Il Mattino, ha provocato lo sfondamento del piano terzo e poi a catena quello degli altri due. Dai ballatoi alle Vele si dipanano delle passerelle, una verso l’alto e una verso il basso, che arrivano fino alle porte delle case. Perché la passerella del terzo piano ha ceduto? Secondo alcuni abitanti la colpa è della mancata manutenzione. Altri puntano il dito sul cantiere della ristrutturazione appena avviato, che potrebbe aver generato problemi di tenuta. Ma i tecnici del comune di Napoli assicurano che i lavori erano appena iniziati e non era stata effettuata alcuna opera impattante sull’edificio. C’è anche chi accusa l’abusivismo. La metà degli abitanti delle Vele occupa le case senza averne titolo. Quando una di queste viene sgomberata gli abusivi costruiscono passerelle artigianali e abbattono il muro.

La storia della lite

Quindi potrebbe aver ceduto una di quelle passerelle artigianali che vengono edificate provvisoriamente. Poi c’è l’ipotesi della lite. Secondo alcuni testimoni lunedì sera troppe persone si trovavano nella zona che è crollata. E, scrive oggi Il Fatto Quotidiano, verso le 23 una lite tra due nuclei familiari e i loro schiamazzi hanno fatto accorrere altre decine di persone sul ballatoio. E così la struttura avrebbe ceduto. Ma la storia della lite è una voce che si rincorre, senza essere per ora suffragata da nessuna ricostruzione ufficiale. La procura per ora si concentra sul restyling effettuato con i fondi del Pnrr. Due Vele sono state abbattute, quella Rossa e quella Gialla saranno demolite nei prossimi anni. Ma soprattutto mesi fa è stato avviato un cantiere decisivo per rimuovere detriti e eventuali presenze di amianto. E intanto quanti degli abitanti delle altre Vele sono a rischio?

I rischi di distacco

Ad agosto 2016 a pagina 20 del progetto Restart Scampia si spiegava: «L’ intera rete di collegamento pedonale tra i vari piani è costituita da passerelle in acciaio e cemento armato tra due corpi di fabbrica paralleli. Tale struttura si trova in uno stato di degrado dovuto a fenomeni di forte corrosione per la scarsa manutenzione. In molte parti si notano distacchi delle stesse passerelle con grave pericolo per i residenti». E sempre al Fatto Tiziana Campus, segretaria del Consiglio Nazionale degli Architetti, fa notare che i lavori sarebbero dovuti partire da lì: «Ma ci siamo guardati intorno, abbiamo visto se le strutture primarie, passerelle, passaggi da un edificio da un punto a un altro, erano magari più pericolanti rispetto al primo piano e al piano terra? Forse era necessario fare valutazioni differenti».

I lavori e i tremori

A mettere sotto accusa i lavori sono anche i residenti. «L’altra sera ho preso tre bimbi che erano sotto le macerie, poi con gli altri abbiamo raccolto sette bambini e sei adulti che erano a terra. I vigili del fuoco non erano ancora giunti», dice un trentenne che abita nel palazzo e che oggi spiega le strane paure iniziate ad aprile con l’avvio dei lavori per la riqualificazione della Vela Celeste.

Alcuni mesi fa sono infatti iniziati i lavori di ristrutturazione dalle parti basse dell’edificio, nei garage e nelle discariche abusive: «E noi intanto viviamo ancora lì e sentiamo vibrazioni in tutto palazzo da mesi, c’era già paura. Non abbiamo mai avuto visite di controllo per la manutenzione in tutto il palazzo. Dal Comune hanno fatto una sola cosa, hanno tolto i pezzi di marmo rotto per le scale del palazzo e tappato i buchi con il cemento. Questo per loro bastava», dice una donna all’agenzia di stampa Ansa. Mentre un altro residente fa notare: «Dovevano costruire subito le case nuove non lasciarci qui dentro».

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