Papà via da Palazzo Chigi e la figlia di Draghi ha preso il volo. Addio perdite, boom di ricavi e di utili per le società di Federica

Le due società su cui ha puntato negli ultimi anni la figlia dell’ex premier hanno ottenuto circa 800 mila euro di utile netto

Finché papà Mario Draghi è restato a Palazzo Chigi si cumulavano solo perdite sia pure piccole. Ma il 2023 è stato l’anno della svolta per Federica Draghi, figlia dell’ex premier ed ex banchiere centrale italiano ed europeo. Le due società su cui aveva puntato negli ultimi anni, la Xgen partners srl e la Xgen venture sgr spa, hanno finalmente preso il volo macinando entrambe incassi e arrivando complessivamente a circa 800 mila euro di utile netto. Una vera svolta per un gruppo che sta crescendo a ritmi vertiginosi.


Il suo fondo che investe sulla ricerca e sulla salute ha già raccolto 160 milioni di euro

Federica Draghi è una dei tre soci fondatori di Xgen partners, di cui ha una quota del 30%. Quella società poi ha fondato la Xgen venture, di cui detiene l’intero capitale, e l’ha trasformata in sgr chiedendo a Banca di Italia e a Consob l’autorizzazione a lanciare due fondi di investimento che oggi sono entrambi operativi. Il primo fondo si chiama Xgen Venture Life Science Fund, e gestisce oggi un patrimonio che vale 15,7 milioni di euro. Il secondo fondo si chiama Xgen Parallel EuVECA Fund e alla fine del 2023 gestiva un patrimonio del valore di 223.971 euro. Nel maggio scorso la sgr di cui è azionista Francesca Draghi ha comunicato di avere raggiunto con il fondo Venture Life Science 160 milioni di euro di sottoscrizioni puntando ad arrivare a 200 milioni di euro.


Federica Draghi

Al fianco della Draghi jr ci sono fra gli altri anche Cdp, Unicredit e Banco BPM

Xgen venture sgr ha chiuso il bilancio 2023 incassando commissioni nette per 2,9 milioni di euro (erano state di 157.781 euro l’anno precedente) e registrando un utile netto di 628.708 euro (l’anno prima era in perdita per 46.695 euro). La punta di diamante della società è il fondo Life Science, che secondo un comunicato della società «è sostenuto da una solida base di investitori istituzionali, tra cui FEI, CDP VC, UniCredit, Quaestio Capital, Banco BPM, Inarcassa, ENPAM, Fondazione di Sardegna e Banca Sella Holding, oltre a molti family office di spicco, con Micheli Associati, azionista di maggioranza di Genextra, che ha partecipato al lancio del fondo come anchor investor insieme a FEI e CDP VC». Fino questo momento la sgr «ha investito in cinque società, tra cui Page Therapeutics e Nouscom, focalizzate su terapie innovative per il trattamento del cancro, Protembis, che migliora le procedure interventistiche cardiovascolari, TES Pharma, una boutique per la scoperta di farmaci mirati a recettori orfani, e una società di terapia genica per le malattie rare, che sarà presto annunciata».

Marco Tronchetti Provera e Francesco Micheli

Il rapporto stretto con il finanziere Francesco Micheli e la sua Genextra

Gli affari sono andati più che bene anche per la Xgen partners, che fornisce consulenze finanziarie e gestionali ad altre società. I ricavi sono più che triplicati in un anno, passando da 232.961 a 704.333 euro. Il 2023 si è chiuso con un utile di 164.780 euro che cancella la perdita di 34.899 euro dell’anno precedente. Il contratto di consulenza che fa il grosso del fatturato (672.665 euro) è quello con la Genextra spa di Francesco Micheli, da cui provenivano sia Francesca Draghi che i suoi due soci nel gruppo Xgen. Un altro contratto, assai meno rilevante (31.688) è stato rinnovato nel 2024 con la Tethis spa.

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