Netanyahu da Biden per l’accordo sugli ostaggi. Il premier israeliano: «Non vedo l’ora di lavorare con lui nei prossimi mesi»

Cambiano i candidati alla Casa Bianca e cambia anche la linea del premier israeliano. Biden punta al cessate il fuoco per chiudere bene la sua presidenza. E Kamala Harris ha definito abominevoli «graffiti e la retorica pro-Hamas» nelle proteste in corso a Washington

«Non vedo l’ora di lavorare con Biden nei prossimi mesi». Queste le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu sbarcato alla Casa Bianca per un incontro con il presidente USA Joe Biden. Dopo il discorso al Congresso americano, con defezioni dei dem e proteste pro Gaza Bibi ha incontrato separatamente anche la vicepresidente ed ora candidata presidenziale dem in pectore Kamala Harris. I due leader hanno incontrato anche le famiglie degli ostaggi americani di Hamas. «Voglio ringraziarti per i 50 anni di servizio pubblico e i 50 anni di sostegno allo Stato di Israele», ha esordito Netanyahu nel faccia a faccia nello Studio Ovale. Obiettivo dell’incontro è chiudere gli ultimi ‘gap’ sull’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. C’è anche sul tavolo la fase finale del conflitto, ma quella comporterà, spiega un funzionario di Washington, altri ulteriori incontri. Quello che è certo è che Biden, nei suoi ultimi sei mesi di mandato vuole la pace a Gaza e sembra deciso ad ottenerla per coronare la sua presidenza.


Questione di equilibri

Mercoledì Harris, più dura del suo capo alla Casa Bianca, ha già lanciato un segnale rifiutandosi di presiedere il Congresso a camere riunite per il discorso del leader israeliano, forse anche per recuperare i dem che hanno protestato (tra questi ci sono esponenti del Minnesota, che da tempo chiedono a Harris un cambio rispetto alla attuale linea). Fino a poco tempo fa, Netanyahu aveva scommesso su una rielezione di Trump, umiliando ripetutamente Biden. Ora però la partita sembra riaprirsi. E Trump stesso ha mandato un messaggio alla vigilia visita di Bibi a Mar-a-Lago, sollecitandolo a chiudere la guerra a Gaza perché l’immagine di Israele nel mondo si sta rovinando: «Bisogna finirla rapidamente. Non deve durare oltre, è troppo lunga».


Proteste anti Israele

Intanto Washington ha dovuto gestire la protesta anti Netanyahu vicino a Union Station, con bandiere americane bruciate o sostituite da quella palestinese e scritte pesanti come “Hamas is coming“. «Identificarsi con organizzazioni terroristiche malvagie come Hamas, bruciare la bandiera americana o rimuovere con la forza la bandiera americana e sostituirla con un’altra è vergognoso», ha precisato una nota della Casa Bianca. E anche Kamala Harris ha definito abominevoli «graffiti e la retorica pro-Hamas» e il rogo della bandiera americana, «simbolo dei nostri più alti ideali come nazione e che rappresenta la promessa dell’America».

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