Giovanni Toti si è dimesso, la lettera in Regione Liguria: «Dimissioni irrevocabili»
Giovanni Toti si è dimesso ufficialmente dall’incarico di governatore della Liguria. La lettera di «dimissioni irrevocabili» è stata consegnata all’ufficio protocollo della Regione Liguria. A depositarla alle 10.40 di oggi 26 luglio è stato l’assessore regionale Giacomo Giampedone su delega di Toti. La decisione di Toti di lasciare l’incarico era stata anticipata su buona parte dei quotidiani in edicola oggi. Il governatore dimissionrio è agli arresti domiciliari dallo scorso maggio per due misure cautelari. Toti è indagato per corruzione e finanziamento illecito, nell’ambito delle indagini sulle presunte tangenti che ha terremotato la Liguria nelle ultime settimane. Alle dimissioni, i legali di Toti dovrebbero far seguire un’altra richiesta di revoca degli arresti domiciliari.
La strategia dell’avvocato di Toti dopo le dimissioni
«A noi l’immediato va benissimo» commenta l’avvocato Stefano Savi che assiste Toti. «Non vogliamo farlo in costanza di misura cautelare. Ci fa anche comodo piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola». Lunedì prossimo il legale presenterà istanza di revoca degli arresti domiciliari. Se venisse accolta, il ricorso in Cassazione contro il rigetto da parte del Riesame decadrà automaticamente.
La lettera di dimissioni di Giovanni Toti
«Io sottoscritto, Giovanni Toti, con questa mia rassegno dimissioni irrevocabili da presidente della Giunta regionale della Liguria, carica alla quale sono stato proclamato con atto dell’ufficio centrale per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Liguria presso la Corte di appello di Genova in data 8/10/2020. Inoltro questa mia alle autorità in indirizzo per tutte le competenze di legge relative alla gestione transitoria dell’ente e l’avvio delle procedure per l’indizione di nuove elezioni».
Toti: «Mi assumo responsabilità del voto anticipato»
In un’altra lettera diffusa dopo quella delle dimissioni, Toti spiega che dopo tre mesi dall’inizio degli arresti domiciliari e due elezioni vinte da governatore della Liguria «ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni». Toti dice di assumersi «tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro». Toti spiega quanto sia necessario ora che «i cittadini tornino a esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella foreza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica».
«Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci anni di Governo. Sono certo che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid. Cosi come sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione».
Perché Toti si è dimesso ora
«Lascio una Regione in ordine – continua Toti – Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio Regionale di approvare l’assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell’Ente. Ed è di soddisfazione che questo difficilissimo momento coincida con la fine del cantiere e l’apertura della Via dell’Amore, un’opera complessa, a cui abbiamo lavorato anni, che restituisce al mondo uno dei simboli della Liguria».
«Lascio orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose, che sapranno portare avanti questa esperienza. Ringrazio gli assessori che si sono succeduti in questi anni, il mio straordinario staff di Presidenza, che mi ha affiancato senza risparmiarsi con vera abnegazione al progetto, quei dirigenti e funzionari che ci hanno affiancato con competenza e passione. Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza. Non è stato possibile farlo, sono confidente che lo sarà nel prossimo futuro, valutate dai magistrati le istanze che l’avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore».
Quando si voterà in Liguria
Toccherà ora al vicepresidente della Regione Liguria, Alessandro Piana, fissare la data delle prossime elezioni. Il vice di Toti, reggente dal 7 maggio dopo l’arresto del governatore, ha 90 giorni di tempo. L’ipotesi più probabile è che il voto per le Regionali in Liguria si svolgerà il prossimo ottobre.
Le reazioni alle dimissioni di Toti
Tra i primi a commentare la decisione attesa del governatore ligure è stato Carlo Calenda, che in un tweet ha parlato di dimissioni forzate: «Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata una bella pagina per la democrazia italiana».
July 26, 2024
«In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare – scrive la Lega in una nota – usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista».
In aggiornamento
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