L’insegnante del saluto romano in classe: «Sono comunista e antifascista, i ragazzi scherzano»

P.G. si difende: ho anche avvertito la preside

P.G. è il professore di storia e filosofia dell’Istituto superiore Pirelli al Tuscolano ritratto nelle foto di Repubblica Roma mentre i suoi alunni fanno il saluto romano. In un altro scatto sembra mimare un rapporto sessuale. Oggi si difende in un’intervista rilasciata proprio a Repubblica. Partendo dal selfie con il braccio teso: «Quando è stato scattato io non avevo il braccio alzato. Da dietro si vedeva solo gente che salutava». E spiega: «Il saluto da parte mia non c’è mai stato, in nessun modo. Sono convintamente antifascista, sono stato (in Abruzzo, dov’è nato, ndr) segretario dei Comunisti italiani e vicesegretario del Partito Democratico. Sono stato insultato dai fascisti, che mi hanno anche sputato addosso».


Il prof dell’istituto Pirelli

P.G. Dice di aver chiesto di cancellare la foto: «E in generale chiedo sempre di non fare le foto. Non li ho visti mentre lo facevano». Dice di averli sanzionati: «Ma più che rimproverarli, cosa posso fare? Li picchio? Si tratta di ragazzi di 18 anni che il saluto romano lo fanno a scopo provocatorio». Poi c’è il video in cui chiude uno studente nel cestino: «Stavamo scherzando. Il clima in classe era disteso e sereno. Se per una singola immagine si vuol fare un caso mediatico non è un problema mio». E quello in cui sembra mimare un atto sessuale: «Lo studente si era attaccato alla cattedra, stavo solo cercando di farlo togliere». In questo modo? «Ci siamo fatti quattro risate e poi abbiamo ripreso la lezione. Poteva sembrare chissà cosa e invece non era niente di che, su». Anche sugli insulti razzisti si difende: «Forse erano i ragazzi che scherzavano tra di loro. Io sono estraneo a queste vicende, risponderò a chi di dovere».


Il 10 al ragazzo delle Filippine

Dice che «al ragazzo filippino ho messo 10, era bravissimo e preparatissimo». E che studenti e colleghi «vorranno gettare fango su di me, sulla scuola e sul corpo docente…». Per quanto riguarda la dirigente scolastica Cinzia Di Palo, dice che hanno trovato insieme le soluzioni senza fare processi: «Abbiamo convenuto che quei fatti andavano contestualizzati in quei precisi momenti, alcuni durante la ricreazione, e che finivano là, stop».

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