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Suicidio assistito, la Asl cambia parere: via libera a una donna toscana di 54 anni malata di sclerosi multipla

26 Luglio 2024 - 17:46 Redazione
Suicidio assistito
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La revisione del parere dell'azienda ospedaliera arriva dopo l'ultima sentenza della Corte costituzionale, che aveva esteso il concetto di «trattamento di sostegno vitale»

Una donna toscana di 54 anni ha ottenuto il parere favorevole dell’Azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest alla richiesta di morte assistita. L’associazione Luca Coscioni spiega in una nota che da settimane la richiesta era stata negata alla donna, completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva. Secondo l’associazione, la donna possiede «tutti e quattro i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio mediamente assistito in Italia». Ora la donna, se confermerà la sua volontà, «potrà procedere a porre fine alle sue sofferenze», spiega l’associazione Coscioni. La Commissione medica dell’azienda sanitaria attende di sapere le modalità di esecuzione e il medico scelto dalla donna, così assicurare «il rispetto della dignità della persona».

La sentenza della Corte Costituzionale

La Asl ha rivisto il suo parere inizialmente negativo dopo la recente sentenza della Corte costituzionale. Nella n.135 del 2024 la Consulta ha esteso l’interpretazione del concetto di «trattamento di sostegno vitale». Finora la Asl non riconosceva la presenza di questo requisito, perché equiparava il rifiuto della nutrizione artificiale (Peg) all’assenza del «trattamento di sostegno vitale». In quella stessa sentenza, la Corte Costituzionale hanno anche chiarito che «non vi può essere distinzione tra la situazione del paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale, di cui può chiedere l’interruzione, e quella del paziente che non vi è ancora sottoposto, ma ha ormai necessità di tali trattamenti per sostenere le sue funzioni vitali».

Le richieste respinte

Lo scorso 20 marzo la 54enne aveva chiesto la verifica delle sue condizioni. Dopo il rifiuto della Asl, il 29 giugno aveva diffidato l’azienda sanitaria alla revisione della relazione finale con riferimento alla sussistenza del requisito del trattamento di sostegno vitale, visto che la donna è totalmente dipendente da altre persone e avendo consapevolmente rifiutato la nutrizione artificiale.

Foto Sudok1 | Dreamstime.com

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