Elena Cecchettin risponde al padre di Turetta: «Non c’è mai una giustificazione per l’oppressione, basta normalizzare i femminicidi»
«Bisogna smettere di tacere davanti alla normalizzazione del femminicidio, continuiamo a fare rumore, a rompere questo silenzio omertoso». Elena Cecchettin risponde con due storie su Instagram alle parole del padre di Filippo Turetta in un colloquio di fine 2023 e diffuse oggi, 27 luglio. Filippo Turetta e suo padre. «Hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico», è quello che ha detto Nicola Turetta nell’incontro avuto con il figlio, assieme alla madre, il 3 dicembre scorso nel carcere di Verona. Filippo Turetta ha confessato il femminicidio di Giulia Cecchettin e da allora la sorella e il padre della ragazza si sono fatti megafono della lotta contro la violenza sulle donne. Così Elena è intervenuta anche su quanto detto da Nicola Turetta al figlio. Non credo di aver molto da aggiungere alle parole che ho detto a novembre, scrive su Instagram, «di mostri non ce ne sono, c’è però una normalizzazione sistematica della violenza, e in quanto sistematica dipende dalla nostra società, dipende da tutti. Non sono sorpresa da certe notizie, assolutamente. E quindi ribadisco il concetto. La liberazione dalla violenza patriarcale parte dal rifiutare la violenza contro le donne e contro le minoranze, rifiutare ogni giustificazione, perché non c’è mai una giustificazione per l’oppressione». Per poi concludere: «Per Giulia, e per tutti gli altri duecento femminicidi, perché nessuna vittima deve rimanere solo una statistica».
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