Razzi su Israele dal Libano, morti 12 bambini. Hezbollah nega coinvolgimento, Netanyahu avverte: «Pagheranno caro»

Il premier ha anticipato il suo rientro dagli Stati Uniti. Nella giornata di oggi Hamas ha denunciato un raid israeliano contro un plesso scolastico nella Striscia di Gaza che ha provocato la morte di 30 persone

«Israele non lascerà che questo attacco omicida resti senza risposta e Hezbollah pagherà un prezzo elevato per questo, un prezzo che non ha mai pagato prima», ha detto il premier Benjamin Netanyahu a un leader della comunità drusa dopo l’attacco con un razzo nella cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, sulle Alture del Golan nel nord Israele, che ha ucciso 11 bambini. Trenta in tutto i feriti, sei in gravi condizioni. Il razzo è caduto nei pressi di un campo da calcio, colpendo bambini e ragazzi. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha convocato una riunione di emergenza con i vertici dell’esercito, tra cui il capo di stato maggiore Herzi Halevi e i responsabili del fronte nord, alla quale ha partecipato anche il premier, che sta accelerando i tempi per il rientro dagli Stati Uniti. Sempre Gallant si è rivolto al leader spirituale della comunità drusa di Israele, lo sceicco Muafak Tarif, assicurando che Israele «colpirà duramente il nemico» e condividendo «il profondo dolore che ha colpito la comunità drusa e l’intera nazione israeliana». Domenica intorno alle 16 (le 15 in Italia) si terrà un gabinetto di sicurezza, subito dopo il rientro anticipato del premier in Israele. «Condanno fermamente questo bagno di sangue. Abbiamo bisogno di un’indagine internazionale indipendente su questo inaccettabile episodio. Esortiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione ed evitare un’ulteriore escalation», il messaggio dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell.


Razzi su Israele: le indagini dell’Idf e la replica di Hezbollah

L’intelligence dello Stato ebraico non ha dubbi: il razzo che ha colpito i civili, tutti minori, è stato lanciato da Hezbollah, che però nega il proprio coinvolgimento nell’attacco. Secondo gli esperti dell’Idf, è stato impiegato un razzo Falaq-1 fabbricato in Iran, con una testata di oltre 50 chilogrammi di esplosivo. Una tipologia di razzo utilizzata solo dal gruppo terroristico Hezbollah, ha precisato il portavoce Daniel Hagari. Più tardi, il colonnello Avichay Adraee ha dichiarato che l’attacco a Majdal Shams è stato diretto da Ali Muhammad Yahya, comandante di un sito di lancio di razzi nell’area di Chebaa nel Libano meridionale: «Nonostante i suoi tentativi di negare, Hezbollah è responsabile del massacro a Majdal Shams e dell’uccisione di bambini e ragazzi sul campo di calcio». Il governo libanese ha condannato quanto accaduto nel Golan: «Prendere di mira i civili è una flagrante violazione del diritto internazionale e va contro i principi dell’umanità, chiediamo una cessazione immediata delle ostilità».


Razzi dal Libano, la reazione del governo Netanyahu

Dopo la riunione di sicurezza d’emergenza, il governo Netanyahu ha fatto sapere che ci sarà una dura reazione contro Hezbollah, che l’Idf ha assicurato siano i responsabili dell’attacco: «Dall’analisi dei sistemi operativi delle forze di difesa israeliane (Idf) il lancio di razzi contro la cittadina druso-israeliana di Majdal Shams è stato effettuato da un’area situata a nord del villaggio di Chebaa, nel sud del Libano. Secondo informazioni di intelligence affidabili in possesso dell’Idf, dietro l’attacco c’è Hezbollah». Informazioni che hanno acceso l’esecutivo. «Non c’è dubbio che Hezbollah abbia oltrepassato tutte le linee rosse», ha detto a Channel 12 il ministro degli Esteri Israel Katz, «stiamo affrontando una guerra totale, Israele esigerà un prezzo ancora più alto da Hezbollah e avremo pieno sostegno da Stati Uniti ed Europa». Da Washington fanno sapere che il «sostegno alla sicurezza di Israele è ferreo e incrollabile contro tutti i gruppi terroristici sostenuti dall’Iran, tra cui l’Hezbollah libanese». Secondo fonti governative citate da media locali, tv Kan e Channel 12, «gli eventi al nord porteranno ad una drammatica svolta nei combattimenti nell’area». Parole di fuoco anche dal leader dell’ultradestra Bezalel Smotrich: «Per la morte di bambini, Nasrallah dovrebbe pagare con la sua testa. Il Libano tutto deve pagarne il prezzo, è tempo di agire».

Raid di Israele su una scuola a Gaza: «30 morti»

Nel pomeriggio di oggi, 27 luglio, in diverse zone del nord di Israele erano risuonate le sirene d’allarme, costringendo i cittadini nei rifugi. Ma dalla Striscia di Gaza erano arrivate anche le accuse di Hamas all’esercito di Tel Aviv per aver bombardato un ospedale da campo a Deir al-Balah, nel centro della striscia di terra sul Mar Mediterraneo. Lì, un raid dell’Idf ha provocato 30 morti e circa 200 feriti, secondo quanto riferiscono le autorità di Gaza. Tel Aviv sostiene di aver eseguito l’attacco contro il plesso scolastico colpito perché in esso sarebbe stato nascosto nascosto un centro di comando e di controllo di Hamas e che la popolazione civile era stata avvisata. Versione che cozza con quella fornita dalla protezione civile di Gaza, controllata da Hamas, secondo cui il plesso scolastico era diventato luogo di rifugio per oltre 4 mila sfollati. I video diffusi da Associated Press mostrano decine di persone rimestare tra i calcinacci, alla ricerca dei dispersi. Le autorità gazawi hanno reso noto che i raid israeliani di oggi avrebbero ucciso almeno 50 persone in tutta la Striscia.

Guerra a Gaza, la proposta di pace

Dopo l’incontro tra Netanyahu e Joe BIden, nell’ambito della visita del premier israeliano negli Stati Uniti, i negoziatori dello Stato ebraico hanno consegnato un piano aggiornato di accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza che contempli anche il rilascio di tutti gli ostaggi. Tra le condizioni volute da Netanyahu, il meccanismo di controllo per impedire il passaggio dal sud al nord di Gaza di miliziani. Il capo del Mossad David Barnea, il direttore della Cia William Burns, il premier del Qatar, Mohammed Al-Thani, e il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamal si troveranno domani 28 luglio a Roma per un vertice che possa consentire di sbloccare la situazione sulla Striscia. Tra le nuove condizioni su cui il premier ha più insistito c’è quella della permanenza del controllo israeliano del Corridoio Filadelfia, la striscia di terra tra Gaza e l’Egitto, per impedire il contrabbando di armi di Hamas come avvenuto nei passati anni.

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