Le elezioni in Liguria dopo l’addio di Toti: centrodestra senza candidato, centrosinistra con Renzi
Dopo le dimissioni di Giovanni Toti si apre la partita delle elezioni regionali in Liguria. E arriva subito un colpo di scena: Edoardo Rixi, indicato come il candidato del centrodestra, dice che non vuole correre. E pensa a un civico al suo posto. Mentre Matteo Renzi annuncia che Italia Viva sarà nel centrosinistra alle regionali, anche in Liguria. Dove quindi potrebbe arrivare il debutto del Campo Larghissimo in una coalizione che vede il centrosinistra con il Movimento 5 Stelle. Il candidato dovrebbe essere Andrea Orlando, che nei giorni scorsi non ha smentito il suo impegno. Anche se ha fatto sapere che «se emerge una candidatura che riesce a unire più della mia sarò il primo a sostenerla». Toti, che non può correre in ogni caso per la regola del terzo mandato, potrà fare campagna elettorale con la sua lista. Che ha cambiato nome per evitare di dover raccogliere le firme.
Il voto in Liguria
Secondo la legge il voto deve essere convocato entro 90 giorni. Con questo conteggio la prima data utile sarebbe quella del 27 ottobre, come spiegato dal governatore ad interim Alessandro Piana. In autunno andranno alle urne anche i cittadini dell’Emilia-Romagna e l’Umbria. L’ipotesi è quella di un unico election day. In Emilia il voto è già fissato tra il 17 e il 18 novembre. Per avere un’idea delle forze in campo è utile guardare ai risultati delle elezioni europee. In Liguria il centrodestra si è fermato al 44%: Fratelli d’Italia ha preso il 26% e la Lega il 9%. Il fronte (disunito) del centrosinistra ha superato il 51%. In Emilia-Romagna la maggioranza di governo è appena sopra il 40%. In Umbria la governatrice della Lega Donatella Tesei cerca la conferma. Ma il suo partito ha preso il 7% a giugno, mentre FdI è arrivata al 32%. Attualmente la somma dei voti del centrodestra è superiore a quella del centrosinistra.
Edoardo Rixi non si candida
A dire no alla candidatura è invece Edoardo Rixi. Il viceministro alle Infrastrutture in un’intervista al Corriere della Sera dice che non ha intenzione di cambiare idea: «Nelle ultime tornate elettorali il centrodestra ligure non ha dimostrato unità d’intenti», esordisce. Smentendo l’accordo tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini sul suo nome, Rixi dice che se si fosse votato tra un anno e mezzo ci avrebbe pensato. «Oggi sarei solo una pezza per tamponare una situazione di emergenza. Quindi, cercherò di continuare a lavorare per amministratori pubblici come il sindaco Bucci, che nonostante i suoi problemi di salute era a Roma per difendere le infrastrutture della Liguria». Aggiunge che si tira fuori anche perché «le indiscrezioni sul mio nome fanno pensare ad accordi predeterminati, e questo non crea serenità nell’elettorato».
Toti, amori e odi
Rixi parla pure del presidente di Regione uscente. Quello che gli accaduto, secondo il viceministro, è un «fallimento della democrazia», perché si è dimesso senza nemmeno essere rinviato a giudizio. «Obbligare qualcuno a scegliere tra la propria libertà personale e il ciclo amministrativo di un ente, è una cosa barbara. Se non c’è una reazione della società civile davanti a una aberrazione come questa, significa che alla fine è tutto inutile». Dice che Giovanni «è stato il miglior presidente da quando è stata fondata la Regione Liguria». Mentre «la grandeur totiana faceva parte del personaggio. Ognuno ha il suo stile. Sicuramente Giovanni creava intorno a sé amori e odi. Come purtroppo si è visto». Per i candidati c’è anche il nome di Marco Scajola, assessore regionale all’urbanistica e fedelissimo dell’ex governatore.
Il Campo Largo in Liguria
Intanto il centrosinistra tesse la tela del Campo Largo. A dimissioni ancora calde del governatore Giovanni Toti, Renzi ha aperto il fronte: noi staremo col centrosinistra anche in Liguria. Poi si è avventurato in scenari di là da venire, quando ci saranno le politiche: «Elly Schlein è la leader del Pd. Se vince le elezioni tocca a lei fare la presidente del consiglio». La prospettiva di un campo largo ligure ha diverse chance. Il passo indietro di Toti ha creato «l’occasione per le forze alternative alla destra per costruire un progetto che guardi al futuro della regione», ha detto la segretaria Pd. Ma qualche scalino da superare ci sarà. Dal M5s fanno sapere che per adesso l’accordo «non è scontato». Perché in Umbria e in Emilia-Romagna c’è stato un percorso lungo, confronti, un delicato lavoro di preparazione, mentre in Liguria siamo agli albori, ancora c’è da cominciare a discutere e i nodi da sciogliere non mancano.
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