La Via Appia diventa Patrimonio dell’Umanità, sale a 60 il numero di siti Unesco in Italia

Si tratta della prima candidatura accolta dall’Unesco da parte del ministero della Cultura

Sale a 60 il numero di siti Unesco in Italia con l’ingresso della «Via Appia. Regina Viarium» nella lista del Patrimonio Mondiale. La decisione presa dal Comitato del patrimonio mondiale riunito a Nuova Delhi arriva dopo la prima candidatura promossa direttamente dal ministero della Cultura. Nel lavoro per la candidatura sono state coinvolte le quattro Regioni attraversate dall’Appia Antica (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 città metropolitane e province, 74 Comuni, 14 parchi, 25 Università e diverse rappresentanze delle comunità territoriali, oltre che il ministero degli Esteri e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra del Vaticano.


La «Regine viarium», come era nota ai Romani, si estende attraverso il Lazio, la Campania, la Basilicata e la Puglia, partendo dal Sud-Est di Roma fino a Brindisi. Tra le parti meglio conservate finora c’è quella proprio alle porte della Capitale, all’interno del Parco regionale dell’Appia Antica. Il tratto più antico risale al 312 a.C., creato per collegare Roma a Capua. Poi l’Appia antica è stata più volte prolungata assieme alla crescita della Repubblica che annetteva territori nel Sud Italia fino a Benevento, poi attraverso gli Appennini fino a Venosa e Taranto. Finché nel II secolo a.C. ha raggiunto Brindisi.


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