Raid israeliano in Libano dopo la strage di ragazzini al campo di calcio nel Golan, Blinken: «Razzo lanciato da Hezbollah» Vertice a Roma Cia-Mossad

Nella capitale si cerca un’intesa sulla proposta di accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, ma la tensione è alta tra Libano e Israele, che si sono scambiati ultimatum e minacce reciproche

Washington conviene con Tel Aviv nell’attribuire ad Hezbollah il missile che ieri ha colpito le alture del Golan togliendo la vita a 12 persone, perlopiù bambini e ragazzini che si trovavano nei pressi di un campo da calcio nella cittadina di Majdal Shams. Sono stati circa 30 i feriti di cui tre molto gravi. A pronunciarsi sul razzo che ha colpito un’area che Israele ha occupato nel 1967 sottraendola alla Siria, in cui vivono circa 20 mila drusi, cittadini israeliani arabi che non si definiscono musulmani ma di etnia siriana, è stato, da Tokyo dove si trova in visita, il segretario di Stato degli Usa Antony Blinken. Ha affermato che «tutte le indicazioni» puntano verso Hezbollah. Dal suo canto, l’organizzazione libanese già ieri aveva negato il proprio coinvolgimento. Le autorità libanesi secondo quanto riferisce il Guardian, hanno formalmente chiesto agli Usa di frenare l’impeto di Israele nei proprio confronti, ottenendo in risposta una richiesta di frenare gli attacchi di Hezbollah nei confronti del Paese ebraico.


«Hezbollah pagherà il prezzo delle proprie azioni»

In mattinata il ministro della difesa di Israele, Yoav Gallant ha espresso il proprio cordoglio per «le ragazzine e i ragazzini innocenti uccisi a Majdal Shams». Aggiungendo: «Ci sono 150 mila drusi in Israele, oltre a milioni di ebrei e arabi israeliani. Viviamo fianco a fianco e soffriamo il terrore inflitto da Hezbollah. Ci assicureremo che Hezbollah, che agisce per conto dell’Iran, pagherà un prezzo per questa perdita».


Raid israeliani sul Libano

Risposta all’attacco annunciata che è già arrivata. Nella notte aerei da combattimento israeliani hanno colpito «una serie di obiettivi dell’organizzazione terroristica Hezbollah in tutto il Libano». L’esercito israeliano conferma su X che tra gli obiettivi attaccati nel Libano profondo e meridionale, le «infrastrutture terroristiche» nelle aree di Shabriha, Burj a-Shamali, Bakàa, Kfar Kila, Rab a-Taltin, al-Khyam e Tir Harfa. I raid arrivano in risposta al razzo lanciato dal Libano verso un campo di calcio nella cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, dove sono almeno 12 le vittime, soprattutto bambini e ragazzi, e oltre 30 i feriti, di cui sei in gravissime condizioni.

L’accusa al capo di Hezbollah

Hezbollah nega ogni suo coinvolgimento, ma per l’Idf non ci sono dubbi che dietro il massacro a Majdal Shams ci sia il comandante del gruppo terroristico libanese Ali Muhammad Yihye. A citare il suo nome è stato il portavoce dell’Idf, l’ammiraglio Daniel Hagari, secondo il quale nell’attacco è stato usato un razzo Falaq 1 di produzione iraniana, la cui testata trasporta oltre 50 chili di esplosivo. Un’arma di cui solo Hezbollah ha disponibilità nell’area e che era già stata usata in un lancio nell’area di Chebaa in Libano. Il nome di Ali Muhammad Yahya è stato confermato anche dal colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dell’Idf: «Nonostante i suoi tentativi di negare, Hezbollah è responsabile del massacro a Majdal Shams e dell’uccisione di bambini e ragazzi sul campo di calcio».

Il vertice a Roma

È cominciato a Roma intorno alle 11 di oggi il vertice su Gaza, con l’obiettivo primario giungere a un’intesa sull’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Alla riunione ci sono i capo del Mossad (i servizi di intelligence israelinao) David Barnea, il direttore della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed Al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamal. In discussione la proposta «aggiornata» di Israele a Hamas. Secondo quanto riporta Sky Tg24, la delegazione libanese ha paventato una «guerra aperta e totale» se la situazione non dovesse cambiare, mentre quella israeliana ha intimato al Libano si far ritirare le truppe di Hezbollah, attualmente ammassate a meno di 30 chilometri dal confine tra Israele e Libano.

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