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Olimpiadi 2024, Azzurri penalizzati dalle decisioni degli arbitri di scherma, judo e boxe. Malagò: «Certe scelte si commentano da sole»

28 Luglio 2024 - 20:16 Massimo Ferraro
L'Italia può recriminare per l'eliminazione di Arianna Errigo, Odette Giuffrida e Aziz Abbes Mouhiidine: le decisioni dei giudici sono state fortemente criticate

Mentre nella seconda giornata delle Olimpiadi di Parigi 2024 tarda ancora ad arrivare l’oro nel medagliere azzurro, che conta cinque metalli – 2 argenti, 3 bronzi – dalle pedane e dai ring arrivano grandi delusioni per la squadra italiana. Ma all’amarezza si mescola la rabbia per alcune scelte arbitrali risultate decisive e sfavorevoli agli azzurri, e che quantomeno sono risultate dubbie. Gli atleti italiani non hanno montato la polemica ma hanno espresso le loro perplessità. Come ha fatto la porta bandiera azzurra Arianna Errigo che si è fermata ai quarti di finale di fioretto contro la statunitense Lauren Scruggs con il risultato di 15-14. E proprio il 15esimo punto di Scruggs è stato contestato dall’italiana. Prima in pedana, chiedendo al giudice di andare a rivedere la stoccata, poi a fine gara. «Mi dispiace, ma non sarei un’atleta e una persona migliore con una medaglia d’oro: quindi sono felice», ha chiarito Errigo, che ha parlato però poi chiaramente dell’errore, «la stoccata era mia. Perdere per un errore arbitrale dispiace, anche se fa parte del mio sport. Però forse ho sbagliato io, prima, a farla arrivare fino al 14-14». Una delusione analoga è quella che ha patito la judoka Odette Giuffrida, fermata in semifinale dalla kosovara Distria Krasniq. L’italiana ha ricevuto terzo shido, un cartellino giallo, al golden score, per una grip avoidance – lo svincolo dalla presa – che la giudice ha assegnato contestualmente a entrambe le sfidanti, e che per Giuffirda è significato l’eliminazione. Nella finalina per il bronzo Giuffrida ha subito un altro ko per 10-0 contro la brasiliana Larissa Pimento.

Olimpiadi 2024, le critiche alla giudice di judo

Una scelta contestata è stata quella di assegnare la giudice della semifinale ad arbitrare anche la finalina. «L’arbitraggio? Anche nella finale l’ultimo shido era dubbio. Con questo arbitro un giorno prenderò un caffè e le chiederò che problemi ha con me. Va avanti da tanto. Quando vedo che sale lei, già so che devo fare qualcosa in più di quello che basterebbe. Non ha molta simpatia per me», ha detto Giuffrida della rumena Rou Babiuc, che ha arbitrato i suoi due ultimi incontri persi ai Giochi, «non so cosa dire, è ancora tutto troppo fresco. Mi sto ripetendo che ho dato tutto. Sicuramente il Signore vuole mostrarmi qualcosa. Mi dispiace perché ci credevo. Non mi piace dare la colpa agli arbitri, ma meritavo di più». All’incontro ha assistito anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Onestamente dire che fa riflettere è dir poco», è stato il suo commento a fine gara sulla semifinale e sulla finalina, «ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate – ha aggiunto -. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo».

Parigi 2024, la sconfitta di Mouhiidine nel pugilato

Ma non solo, perché c’è un altro caso. È quello del pugile dei pesi massimi Aziz Abbes Mouhiidine, che a Parigi sognava l’oro e si è invece fermato agli ottavi di finale contro l’uzbeko Lazizbek Mullojonov. Ferito all’arcata sopracciliare da un movimento involontario dell’avversario con la testa, Mouhiidine sembrava aver condotto l’incontro ma il secondo round è stato giudicato in maniera discutibile dai giudici. Alla fine è risultato sconfitto per 4-1, con l’uzbeko che al momento dell’annuncio ha scosso la testata e fatto cenno di “no” con il dito, riconoscendo il valore dell’avversario italiano. Se il pugile azzurro non ha espresso alcun commento, è il presidente della Federazione pugilistica Italiana ha sfogare tutta la rabbia: «Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia è scippata. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. Niente, siamo alle solite. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e amo», ha dichiarato il presidente Fpi Flavio D’Ambrosi, ex arbitro, «purtroppo gli sciacalli, anche quelli più anziani, approfitteranno di questa palese ingiustizia e fermeranno anche il cambiamento che a livello nazionale il pugilato lentamente stava subendo. Sono il presidente e devo rispondere degli insuccessi anche quando non sono a me direttamente riconducibili. Non so, quindi, se mi ricandiderò. Non so se ne troverò la forza. Intanto spero che i pugili italiani ancora in gara non subiscano lo stesso oltraggio di Abbes». Ieri era stato eliminato anche Salvatore Cavallaro fra le polemiche, tanto che dopo il verdetto aveva preso a calci per la rabbia le corde del ring.

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