Moria di pesci a Orbetello. Cosa succede e perché ormai l’anossia è un problema cronico

Le temperature in aumento e lo sversamento di fertilizzanti favoriscono la crescita di alghe, che a loro volta diventano cibo per i batteri, soffocando i pesci

Continuano i gravi problemi ambientali nell’area della Laguna di Orbetello. Da giorni lo specchio d’acqua emana odori marcescenti che si insinuano nei vicoli dei paesini che vi si affacciano. I bagnanti inorridiscono alla vista di migliaia e migliaia di pesci che continuano a venire a galla, morti, a causa della mancanza di ossigeno nell’acqua salmastra. «Stamani sono riprese presto tutte le attività di raccolta. Allo sgrigliatore nella nottata sono giunte molte carcasse raccolte e in fase di smaltimento. Nel centro abitato le ditte hanno lavorato da mattina presto per smaltire le carcasse in arrivo. Attualmente la situazione più difficile riguarda il tratto da Ansedonia a dopo il Palazzetto lungo sponda», ha fatto sapere il sindaco della cittadina in provincia di Grosseto su Facebook, quando sono già 100 i quintali di pesci raccolti nell’ultima settimana. Nel frattempo, l’acqua densa e marrone defluisce dalla laguna e si riversa nel Tirreno, rendendo inospitali le spiagge, dove si registrano valori di Escherichia Coli ed enterococchi intestinali tali da impedire la balneazione. Particolarmente colpita la spiaggia di Feniglia, nell’omonima area naturale protetta.


Orbetello, la seconda moria di pesci in dieci anni

Ora la protezione civile lavora senza sosta per «recuperare fino all’ultimo esemplare». Ma già a inizio mese l’Associazione difesa Ansedonia – così si chiama uno degli insediamenti frazione di Orbetello alle porte della Laguna – aveva inviato un esposto alla procura di Grosseto chiedendo alla autorità giudiziaria di indagare le cause dell’inquinamento microbiologico che «danneggia l’habitat marino e mette a rischio la balneazione e la salute dei bagnanti nonché il turismo». Tuttavia, il problema è noto, frequente e ben documentato. Basti pensare che questa è la seconda grande strage della fauna ittica negli ultimi dieci anni in quella che esperti e parti interessate, come il vicepresidente di Fedagripesca Toscana Andrea Bartoli, citato da Today, memori dell’evento analogo nel 2015, definiscono una condizione ormai «cronica».


Orbetello, il motivo della strage di pesci

Le acque della laguna, avendo pochi sbocchi sul mare aperto, tendono a ristagnare di più rispetto a quelle del Mediterraneo. In questo contesto, si inseriscono – letteralmente – quintali di fertilizzanti che finiscono nella laguna trasportati dai corsi d’acqua che attraversano le aree coltivate. I fertilizzanti, uniti alle alte temperature prolungate favorite dal cambiamento climatico, agevolano la crescita delle alghe, le quali a loro volta muoiono diventando cibo per i batteri che consumano l’ossigeno nell’acqua portandola a uno stato di anossia. Così, i pesci non possono più respirare, e muoiono in massa. Per questo, le associazioni dei cittadini continuano a chiedere che le istituzioni facciano qualcosa. Difficile che ciò accada senza un piano strutturato, e se, come riporta il Giorno, i fondi a disposizione del Comune di Orbetello ammontano ad appena un milione di euro l’anno.

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