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Sicilia, sequestrati cinque ret­ti­li pe­ri­co­lo­si e mortali per l’uomo in un centro di recupero per animali – Il video

29 Luglio 2024 - 15:27 Redazione
Si tratta di tre serpenti a sonagli, una vipera mauritanica e una tartaruga azzannatrice

Tre serpenti a sonagli, una vipera mauritanica e una tartaruga azzannatrice sono stati trasferiti in una struttura idonea in provincia di Benevento dopo essere stati trovati senza le necessarie autorizzazioni e in condizioni per niente sicure per la salute pubblica in un centro del Catanese. Questi animali, che sono stati prelevati da Belpasso (Catania), sono stati trasferiti a Benevento dal personale specializzato dei carabinieri con l’aiuto di un veterinario esperto e trasportati con un mezzo speciale delle autorità. I rettili, pericolosi per l’uomo a causa del loro veleno letale, erano stati affidati dalla prefettura di Catania ad un responsabile dell’associazione che gestiva il Centro di Recupero di Fauna Selvatica di Belpasso, ormai chiuso da anni. Pertanto la detenzione, anche alla luce di alcune modifiche normative degli ultimi anni, non era più legittima. La prefettura di Catania, a seguito delle verifiche del Nucleo Carabinieri Cites, ha revocato l’autorizzazione alla detenzione di questi animali poiché la struttura non rispettava più i criteri di sicurezza.

I rettili sequestrati

La tartaruga azzannatrice, sequestrata in provincia di Messina, era detenuta in violazione della normativa sugli animali pericolosi. Il suo morso può esercitare una pressione sufficiente a frantumare le ossa umane, rappresentando quindi un serio pericolo per la sicurezza. Mentre il veleno del serpente a sonagli, considerato uno tra i più aggressivi del Nord America, contiene neurotossine che portano alla paralisi progressiva, fino alla morte. Quanto alla vipera, se infastidita diventa pericolosa per l’uomo. Il veleno di questa specie presenta una violenta azione emotossica ed emolitica che porta alla morte. Pertanto, il trasferimento degli animali è stato ritenuto necessario per garantire la loro detenzione in una struttura idonea, che tenesse conto delle particolari esigenze etologiche di questi esemplari e della sicurezza pubblica. Secondo il decreto legislativo 135 del 2022, chi detiene e commercia questi animali senza autorizzazione rischia l’arresto fino a sei mesi o un’ammenda da 20mila a 150mila euro.

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