Nessun documento conferma che il vaccino Pfizer sia un’arma biologica per lo spopolamento

Le fonti usate per sostenere l’accusa dicono tutt’altro

Secondo alcune condivisioni Facebook fonti autorevoli sul vaccino contro il nuovo Coronavirus di Pfizer, dimostrerebbero che questo sarebbe un’arma biologica. Tali risultati verrebbero documentati nel post di un blog che si rifà a sua volta al noto tabloid cospirazionista The Expose, senza però linkare un articolo specifico (lo troveremo da soli alla fine di questa analisi). Non sia mai che qualche lettore abbia l’ardire di fare la minima verifica. Vedremo che le fonti in oggetto non dimostrano affatto tale narrazione No vax, per altro abbinata a immagini che rievocano lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti (Sic!).

Per chi ha fretta:

  • Secondo la narrazioni Pfizer non avrebbe prodotto vaccini ma un’arma biologica.
  • Le prove sarebbero in studi e report governativi sui pericoli di eventi avversi nelle donne in gravidanza e nei neonati.
  • In realtà, è possibile constatare che tali fonti confermano la sicurezza dei vaccini nei neonati e nelle madri.

Analisi

Le condivisioni sulla narrazione del vaccino Pfizer come arma biologica si presentano con la seguente didascalia:

💥ESCONO ALTRE PROVE BOMBA💣
Ma sappiate che Pfizer non ha mai prodotto alcuna fiala di cosiddetto vaccino! Pfizer ha solo messo le scatolette con il suo marchio Pfizer così la gente credeva fossero vaccini.
Sono stati prodotti da 13 aziende fornitrici dell’esercito americano e sono classicificati come PROTOTIPI DI BIOARMI: tutti i documenti sono già stati mostrati alla Conferenza di Stoccolma (pubblica) del 21 e 22 gennaio 2023.
Ecco perché Speranza fece intervenire il generale Bonfiglio della NATO che il 5 marzo 2020 impose che tutti i verbali del CTS fossero secretati e gestiti dalla NATO, serva degli USA (i verbali CTS sono stati desecretati e pubblicati dall’avvocato De Petro oggi 17 giugno 2024).
STA VENENDO GIÙ TUTTO !!!
USA, Nato…..
💥💥💥FATE GIRARE OVUNQUE❗️

Un’arma biologica che provoca aborti nel 90% delle donne in gravidanza?

Le prime presunti prove che renderebbero il vaccino a mRNA un’arma biologica riguardano gli aborti, che interesserebbero nove donne in gravidanza su dieci:

«I documenti riservati di Pfizer rivelano che il 90% delle donne incinte vaccinate con Covid ha perso il proprio bambino».

La fonte sarebbe un documento della casa farmaceutica del febbraio 2021. Il problema è che non dimostra niente del genere, come già verificato dai colleghi di Reuters. Secondo queste narrazioni «si arriva all’82% di tutti gli esiti della vaccinazione Covid-19 in gravidanza con perdita del bambino. Ciò equivale a una media di circa il 90% tra l’82% e il 97%». Ma anche queste cifre risultano campate per aria, come mostrato nell’analisi della collega Sophia Tulp per Associated Press.

«Un documento di Pfizer-BioNTech intitolato “5.3.6 Analisi cumulativa delle segnalazioni di eventi avversi post-autorizzazione di pf-07302048 (bnt162b2) ricevute fino al 28-feb-2021” (qui) ha innescato affermazioni fuorvianti online sui vaccini COVID-19 in donne incinte – riporta Reuters -. […] È fondamentale notare che il documento non fornisce il numero totale di donne incinte […] che hanno ricevuto un’iniezione durante quel periodo. […] La tabella 6 afferma che “sono stati segnalati 270 casi di madri e 4 casi di feto/bambino che rappresentano 270 gravidanze uniche (i 4 casi di feto/bambino erano collegati a 3 casi di madre; 1 caso di madre coinvolgeva gemelli)”. […] Il documento, che esamina le segnalazioni negative tra il dicembre 2020 e il 28 febbraio 2021, fa parte della domanda di licenza biologica di Pfizer-BioNTech alla FDA. Non fornisce prove che tutte le donne incinte che hanno ricevuto l’iniezione nel periodo segnalato abbiano perso i loro bambini».

«Un calcolo errato travisa i dati di un database Pfizer sugli eventi avversi registrati durante i primi due mesi dal lancio del vaccino – continua Tulp -. Il registro includeva 270 segnalazioni di vaccinazioni durante la gravidanza. Nessun evento avverso è stato registrato tra la maggior parte di queste donne. Delle 34 donne che hanno specificato gli esiti, 28 hanno riferito la perdita di un feto o una morte neonatale, cinque hanno riferito un “esito in sospeso” e una ha riportato un “esito normale”. Le percentuali fuorvianti si basavano su questo piccolo sottoinsieme di dati».

Delle fake news che collegano i vaccini Covid a un aumento degli aborti spontanei avevamo trattato anche noi in diverse analisi (per esempio qui e qui).

Gli studi suggerivano di continuare a non somministrare i vaccini in gravidanza?

La narrazione volta a dimostrare – secondo i bias No vax – che i vaccini Covid sono un’arma biologica prosegue insinuando che tali farmaci, inizialmente sconsigliati in gravidanza, sarebbero stati successivamente “imposti” ignorando gli eventi avversi suggeriti anche negli studi pre-clinici sugli animali, in particolare riguardo a malformazioni e aborti spontanei. Le fonti citate sono uno studio della rivista scientifica Reproductive Toxicology dell’agosto 2021; un report del governo australiano; una pagina del sito Web della Sanità scozzese. Riportiamo i punti salienti della narrazione No vax:

«Pfizer e i regolatori del settore farmaceutico hanno nascosto i pericoli della vaccinazione Covid-19 durante la gravidanza a causa di uno studio sugli animali che ha rilevato un aumento del rischio di difetti alla nascita e infertilità – continua il post in oggetto -. [si cita lo studio di Reproductive Toxicology, Nda] Lo studio è stato condotto su 42 femmine di ratto Wistar Han. A 21 è stata somministrata l’iniezione di Covid-19 di Pfizer e a 21 no. […] Lo studio ha quindi rilevato la prova di una formazione fetale anomala e di difetti alla nascita causati dall’iniezione di Covid-19 di Pfizer. Ma i risultati anomali dello studio non finiscono qui. Il tasso di “perdita pre-impianto” nel gruppo di topi vaccinati era doppio rispetto al gruppo di controllo».

Però leggendo lo studio nei punti salienti (highlights) leggiamo: «nessun effetto avverso di BNT162b2 sulla fertilità o sulla riproduzione del ratto femmina; la prole acquisisce anticorpi neutralizzanti la SARS-CoV-2 dopo la vaccinazione materna; nessun effetto avverso di BNT162b2 sulla prole di ratto dopo la vaccinazione materna».

Infatti nelle conclusioni dello studio i ricercatori riportano «la somministrazione intramuscolare della dose umana completa di BNT162b2 pari a 30 μg di mRNA (>300 volte la dose umana su base mg/kg) a ratti femmina due volte prima dell’accoppiamento e due volte durante la gestazione non ha causato effetti sulla sopravvivenza embrio-fetale o postnatale, sulla crescita, o sviluppo nella prole fino alla fine dell’allattamento».

Gli studi vanno letti nella loro interezza rispettando le conclusioni che ne vengono tratte – coerentemente con l’analisi complessiva dei dati – da parte dei ricercatori. Altrimenti si ripetono gli esperimenti e si pubblicano nuovi articoli scientifici.

Le costole lombari in sovrannumero

Il punto che secondo i No vax renderebbe pericoloso il vaccino Pfizer è la comparsa di «costole lombari sovrannumerarie» nei ratti.

«Lo sappiamo grazie a una richiesta di “libertà di informazione” (FOI) presentata al Dipartimento della Salute del governo australiano Therapeutic Goods Administration (TGA) [il report australiano, Nda]. A pagina 30 e seguenti del documento è riportata una “revisione delle informazioni sul prodotto” e sono evidenziate le modifiche da apportare al “Rapporto di valutazione non clinica” prima della pubblicazione ufficiale. […] Il valutatore del Modulo 4 ha chiesto a Pfizer di rimuovere l’affermazione “Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti per quanto riguarda la tossicità riproduttiva”».

Il problema è che non risulta nel mondo che i neonati figli di vaccinate abbiano un rischio rilevante di avere costole lombari in più, né si spiega quale rischio per la salute comporti nei ratti o nelle persone. Come mai gli stessi autori dello studio sui ratti non ritengono importante questo risultato? Lo hanno spiegato molto bene le colleghe Prudence Lam e Caterina Chan sul sito di fact-checking annie lab (il grassetto è nostro):

«Questa ricerca è stata completata nel dicembre 2020 e – continuano Lam e Chan -, non ha trovato alcuna associazione causale tra vaccinazione e difetti alla nascita nei ratti. Sebbene sia stata osservata una maggiore incidenza di costole lombari soprannumerarie, o la condizione di avere costole aggiuntive e altre anomalie e variazioni, tali risultati derivanti dagli esami viscerali e scheletrici del feto sono risultati incidentali. I documenti storici mostrano che i ratti Wistar Hannover, la specie utilizzata per lo studio sulla tossicità, hanno un’incidenza maggiore di variazioni spontanee rispetto ad altre specie comuni di ratti da laboratorio, osserva l’articolo».

I presunti problemi di fertilità

«Nei primi 15 minuti successivi all’iniezione del jab di Pfizer – continua il post -, i ricercatori hanno scoperto che la concentrazione totale di lipidi nelle ovaie misurava 0,104 ml. Questa è poi aumentata a 1,34 ml dopo 1 ora, a 2,34 ml dopo 4 ore e a 12,3 ml dopo 48 ore. Gli scienziati, tuttavia, non hanno condotto ulteriori ricerche sull’accumulo dopo un periodo di 48 ore, quindi non sappiamo se tale accumulo sia continuato. Tuttavia, i dati ufficiali del Regno Unito pubblicati da Public Health Scotland [la pagina Web della Sanità scozzese, Nda] offrono alcuni indizi preoccupanti sulle conseguenze di tale accumulo sulle ovaie».

Ma la fonte linkata non è più attiva. Ad ogni modo anche questo uso improprio delle fonti è stato precedentemente analizzato dai colleghi. Segnaliamo in particolare l’articolo di Leo Benedictus per Full Fact, dove risponde direttamente a The Expose, scopriamo così la fonte originale dail post italiano in oggetto ha “attinto”:

«The Exposé afferma falsamente che le “conseguenze” del vaccino Pfizer Covid-19 possono essere viste nei tassi di cancro alle ovaie in Scozia. Cita i dati della Public Health Scotland – continua Benedictus -, che mostrano che ci sono state 323 persone con diagnosi di cancro ovarico in Scozia nell’anno fino al 27 dicembre 2021, un numero superiore sia alle 290 nello stesso periodo del 2019, sia alle 252 nel 2020. […] Questo sembra essere un caso di “cherry-picking” dei dati in cui i numeri risultano essere peggiori. Anche alcune altre forme di cancro erano più elevate in Scozia nel 2021 rispetto al 2019 (come i tumori del rene, del fegato e dell’esofago) e alcune erano più basse (come i tumori al cervello, le leucemie e il linfoma di Hodgkin). I nati morti e le morti infantili in generale non hanno superato i limiti di controllo, anche se lo hanno fatto le morti neonatali».

Conclusioni

Le fonti usate dagli autori No vax, per sostenere che i vaccini Covid sarebbero un’arma biologica, sono state totalmente distorte, tradendo le stesse conclusioni dei ricercatori e degli stessi dati statistici.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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