Venezuela, Maduro proclamato presidente tra proteste e denunce di brogli. Indagata la leader dell’opposizione per frode elettorale

Il Consiglio nazionale elettorale ha dichiarato vincitore Maduro con il 51,2% delle preferenze

Mentre nella capitale va in scena il cacerolazo, con pentole e padelle sbattute tra loro per manifestare dissenso, il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela ha proclamato ufficialmente Nicolas Maduro  vincitore delle elezioni presidenziali con il 51,2% delle preferenze. L’avversario Edmundo Gonzalez Urrutia si sarebbe fermato al 44,2% delle preferenze, mentre il segretario generale dell’Onu – osservatore delle elezioni – Antonio Guterres ha chiesto totale trasparenza sul voto, con la pubblicazione dei risultati di ogni collegio, le opposizioni denunciano brogli e i governi di Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay hanno chiesto il riconteggio alla presenza di scrutatori internazionali indipendenti. Maduro, 61 anni, in carica dal 2013, ha tenuto una conferenza stampa rivendicando il risultato e attaccando gli avversari. Dall’opposizione al «golpe internazionalista» che lo vuole cacciare.


Elezioni Maduro, la conferenza stampa

«Mi volevano sparare in piazza, lo sappiamo perché sono stati arrestati ed hanno confessato», ha dichiarato Maduro, per poi aggiungere: «La coalizione della destra internazionale guidata dagli Stati Uniti cerca di portare a termine in Venezuela un nuovo colpo di stato istituzionale di stampo fascista e controrivoluzionario». Durante la cerimonia di proclamazione, ha detto: «Questo film già lo conosciamo, si chiama Guaidò 2.0», riferendosi al suo sfidante nel 2019 Juan Guaidó che venne riconosciuto presidente pro tempore da Stati Uniti, Regno Unito, Canada e numerosi Paesi del Sud America in un braccio di ferro risoltosi alla fine del 2022 con il voto di sfiducia nei suoi confronti dell’Assemblea nazionale, già nella pratica esautorata di molti suoi poteri dall’Assemblea costituente istituita da Maduro. «Nel 2019 hanno cercato di imporre un golpe istituzionale con Guaidò producendo danni al Paese e all’economia e oggi a denunciare brogli sono quegli stessi Paesi che hanno sostenuto Guaidò», ha concluso Maduro.


Elezioni in Venezuela, indagata la leader dell’opposizione

In queste ore concitate, mentre Maduro denunciava «un massiccio attacco informatico al sistema di trasmissione dei dati», che avrebbe causato un rallentamento nel conteggio dei voti, la Procura generale ha formalmente indagato la leader dell’opposizione María Corina Machado per frode elettorale, indicandola come responsabile del tentativo di intrusione del sistema elettorale informatico. «Secondo le informazioni riservate che abbiamo ricevuto, il principale responsabile in questo attacco sarebbe Lester Toledo, un latitante tristemente famoso che si trova all’estero. Insieme a lui sarebbero coinvolti María Corina Machado e Leopoldo López», ha dichiarato il procuratore capo Tarek William Saab, «gli investigatori stanno raccogliendo prove di queste azioni che avevano l’obiettivo manomettere i risultati delle elezioni, per fortuna non hanno avuto successo, sebbene abbiano causato ritardi per la comunicazione dei risultati ufficiali».

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