«Diamo il via alla caccia, quella la punisco»: le chat dei capitani della Gdf a L’Aquila e l’ipotesi del sesso in cambio degli esami

L’indagine per violenza sessuale e maltrattamenti. L’incontro e la violenza a casa del capitano. Dove la ragazza era andata per motivi di studio

«Gli darei un aiutino…», «diamo il via alla caccia», «quella la punisco se non fa come dico io». C’è anche una chat su Whatsapp agli atti dell’indagine per violenza sessuale nei confronti di un capitano della Guardia di Finanza della scuola ispettori de L’Aquila. Per questo anche gli altri tre capitani-istruttori nel frattempo trasferiti sono indagati. Ma per un reato diverso. Ovvero maltrattamenti in famiglia. Una fattispecie compatibile con un reato commesso in un ambiente di lavoro chiuso come una caserma. Ma il sospetto degli investigatori è che la proposta di superare l’esame in cambio di favori sessuali a Copito potrebbe non aver fatto una sola vittima. Gli smartphone dei quattro sono stati acquisiti. Nelle chat ci sono considerazioni sull’aspetto fisico delle allieve e minacce di «punizioni».


L’indagine

Il Corriere della Sera ricostruisce la tesi del sesso in cambio degli esami. I quattro sono stati trasferiti per incompatibilità ambientale e con effetto immediato dal Comando generale in uffici operativi di altre città. L’indagine per violenza sessuale riguarda uno dei quattro. A indagare è proprio la Finanza insieme alla Squadra Mobile de L’Aquila. A Roma la procura militare ha aperto un’inchiesta. Gli avvocati difensori dell’indagato Cesare Placanica e Maria Leone si dicono fiduciosi sull’esito dell’indagine. A breve l’indagato potrebbe sottoporsi a incidente probatorio. Con l’analisi del contenuto delle conversazioni via Whatsapp e delle testimonianze. Secondo il racconto della presunta vittima le violenze sessuali sarebbero avvenute a casa del capitano. Dove lei era andata per motivi di studio.


L’incontro e la violenza

Secondo la denuncia sarebbe stata aggredita dopo aver rifiutato le sue avances. In cambio della promozione all’esame. Quando la ragazza ha rifiutato lui l’ha costretta a subire il rapporto. La violenza è stata accertata dalle visite mediche in ospedale a L’Aquila. Il suo avvocato ha depositato agli atti il referto. Al momento il reato di concussione non viene contestato. Ma se dovessero emergere altre vittime, i magistrati sono pronti.

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