Giorgia Meloni e gli accordi con la Cina sull’auto elettrica: «È una delle intese più importanti»

La premier: «Il Memorandum di collaborazione industriale? Accordi di cornice, ora tocca ai tavoli tecnici tra i ministeri»

Gli accordi formali tra Italia e Cina previsti dal Memorandum di collaborazione industriale, sottoscritto in questi giorni, «sono di cornice». Lo spiega oggi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante un punto stampa a Pechino dopo che ieri 29 luglio ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping. «Ci siamo limitati a definire accordi di cornice, poi non sta a noi entrare nel merito delle singole intese che si possono sviluppare, dei singoli investimenti. Il tema della mobilità elettrica è all’interno del nostro memorandum, una delle intese più importanti che abbiamo sottoscritto. Ora saranno i tavoli tecnici e i ministri competenti a lavorare nello specifico sulla realizzazione di questa intesa», dichiara la premier. Che ha ricordato le intese già raggiunte, che spaziano dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, dalla sicurezza alimentare alle materie ambientali e all’istruzione. Quello tra Xi Jinping e Meloni, riferisce quest’ultima, è stato un «confronto franco, trasparente, rispettoso, su tutte le materie sulle quali chiaramente la Cina rimane un interlocutore indispensabile».


Il disavanzo commerciale con la Cina

Meloni ribadisce che l’Italia mira a «rafforzare la nostra cooperazione ma farlo in un’ottica di riequilibrio, riequilibrio della bilancia commerciale». Attualmente, il nostro Paese registra un significativo disavanzo commerciale con la Cina, che è aumentato negli anni. Anche gli investimenti esteri diretti riflettono questa asimmetria: gli investimenti italiani in Cina sono circa tre volte quelli cinesi in Italia. «Noi vogliamo lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e garantire parità di trattamento per le nostre imprese», sottolinea la presidente del Consiglio. Su questo punto, riconosce «un’ampia convergenza e disponibilità» da parte cinese.


Il sostegno alla Russia

Le urgenze che hanno sollecitato la premier nel punto stampa a Pechino sono molteplici. Tra queste, il sostegno cinese alla Russia. «Siamo stati abbastanza chiari nel porre la questione, provando a ragionare insieme su quali siano gli interessi che ciascuno ha. Io penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione», dichiara la premier. «Il presidente Xi diceva ieri che la Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli, ecco mi piacerebbe che si facessero dei passi in questo senso», conclude sulla questione.

Il rischio escalation in Libano

Preoccupa anche la situazione in Libano, dove è sempre più elevato il rischio escalation dopo il lancio di razzi sulle alture del Golan, che lo scorso sabato ha ucciso 12 persone della comunità drusa, principalmente bambini e ragazzini che si trovavano nei pressi di un campo da calcio nella cittadina di Majdal Shams. «Sono molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato», sostiene la premier. «Sono in contatto con il ministro degli esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase. La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele per i suoi rapporti con Teheran, con Riad», conclude.

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