Inchiesta Liguria, Ermini lascia la direzione del Pd e resta ai vertici della holding Spinelli

L’ex vicepresidente del Csm si dice «stupito e amareggiato per le strumentalizzazioni»

L’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto imprenditori e vertici dell’amministrazione ligure continua ad avere ripercussioni sulla politica. Questa volta, però, non è il centrodestra a subire il contraccolpo, ma il Partito democratico. David Ermini, ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ha lasciato la direzione del Nazareno. Ha preferito dimettersi dall’organo di governo del Pd e mantenere l’incarico come presidente della holding di Aldo Spinelli, l’imprenditore arrestato per corruzione nel cosiddetto caso Toti. Erano stati esponenti di primo piano dei Dem a chiedere a Ermini di fare una scelta. Tra essi, il candidato in pectore alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando. Ma anche Ferruccio Sansa, candidato giallorosa alle Regionali liguri del 2020, ha espresso un giudizio pesante su Ermini: «Trovo sconcertante che una persona che è stata vicepresidente del Csm non si sia resa conto del disagio estremo che avrebbe suscitato nel suo partito, tra i suoi elettori e pure negli alleati del suo partito. Mi sembra impossibile: Spinelli è stato arrestato ed è diventato simbolo di un sistema di potere, del rapporto malato tra politica ed economia che stiamo contestando».


Ermini ha proceduto con le dimissioni telefonando direttamente al presidente del Pd, Stefano Bonaccini. In una nota, poi, ha voluto rimarcare l’amarezza per quelle che ha definito strumentalizzazioni: «Stamani – 31 luglio -, durante una telefonata con il presidente Bonaccini, ho a lui manifestato il mio sincero stupore e la mia amarezza per le strumentalizzazioni che sono state fatte e che continuano sul mio ruolo nella direzione nazionale. Non avrei mai pensato che assumere un incarico professionale potesse suscitare imbarazzi, che risentono evidentemente della situazione e del clima a Genova e in Liguria. Per questo, poiché non voglio creare alcuna difficoltà al Pd ho riferito al presidente Bonaccini che lascerò la direzione nazionale». Al momento non è stato reso pubblico il compenso ricevuto da Ermini per il ruolo nella holding di Spinelli. Secondo alcune indiscrezioni, si aggira sui 200 mila euro. Nei panni di presidente della società che controlla la Spinelli srl – il ramo d’azienda coinvolto nell’inchiesta per corruzione -, Ermini dovrà assumere decisioni sulla vicenda della concessioni portuali, uno dei nodi dell’indagine giudiziaria.


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