Ismail Haniyeh: Israele uccide il capo politico di Hamas a Teheran
In seguito a un attacco aereo su Teheran, in Iran, Israele sarebbe riuscito ad uccidere Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas. Lo ha dichiarato proprio Hamas. Le Guardie della Rivoluzione Islamica hanno confermato che la residenza di Haniyeh «è stata colpita» nella capitale iraniana e, «a seguito di questo incidente, lui e una delle sue guardie del corpo sono stati martirizzati». Hanno anche aggiunto che «stanno indagando sull’incidente e annunceranno i risultati dell’indagine in seguito». Haniyeh aveva 62 anni ed era capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017. Si trovava a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Chi era Ismail Haniyeh
Haniyeh era nato a Gaza, in un campo profughi. I suoi genitori erano scappati dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Da ragazzo, aveva studiato all’istituto al-Azhar e si era laureato in letteratura araba all’Università islamica di Gaza. In quegli anni aderì anche al Blocco Studentesco Islamico, considerato un precursore di Hamas. Nel 1987 e nel 1988 venne arrestato e incarcerato per aver partecipato ad alcune manifestazioni di protesta. Venne arrestato nuovamente nel 1992, e in quell’occasione anche deportato assieme ad altri nel sud del Libano, tornando poi a Gaza. Lì è divenuto, un anno dopo, il preside dell’Università Islamica.
La scalata
Con il tempo, Haniyeh è riuscito a occupare posizioni via via più importanti all’interno di Hamas, anche grazie al rapporto di fiducia e collaborazione intessuto con il co-fondatore del movimento, il defunto sceicco Ahmed Yassin. Parallelamente, è avvenuta la sua ascesa politica: è stato Primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007. Poi, per via delle tensioni crescenti tra Abu Mazen e Hamas, venne incaricato di costituire un governo di unità nazionale. Esperimento che non durò a lungo, e si concluse con la presa della striscia di Gaza da parte di Hamas.
Gli attentati
Ismail Haniyeh viveva dal 2019 a Doha, in Qatar, dove aveva ricevuto l’asilo politico. Era sposato e aveva avuto 13 figli, tre dei quali sono stati uccisi durante un raid israeliano all’inizio dell’anno. Lui stesso, negli ultimi anni, è sfuggito a vari attentati, prima di quello, letale, che lo ha colpito a Teheran. Musa Abou Marzouk, uno dei maggiori dirigenti di Hamas, ha commentato l’accaduto sostenendo che «l’assassinio del comandante Ismail Haniyeh è un atto codardo e non passerà sotto silenzio». Intanto nella giornata di ieri – 30 luglio – si è diffusa la notizia della morte di un altro leader di spicco tra i nemici di Israele: Fuad Shukr alias Hajj Mohsin, numero due delle milizie di Hassan Nasrallah e consigliere militare di Hezbollah.