L’autovelox sulla pista ciclabile, piovono multe per chi corre in bici: il caso nel Milanese che piace ai comuni vicini
Non solo automobilisti: i limiti di velocità sembrano spesso ignorati anche da chi siede in sella alla bicicletta. Lo dimostra il caso dell’alzaia del Naviglio di Bereguardo a Motta Visconti (hinterland sud-ovest di Milano). Sul posto non esiste una pista propriamente ciclabile, ma una cosiddetta «ciclopedonale», pensata sia per i ciclisti che per i pedoni. Proprio per questo motivo, il consorzio Est Ticino Villoresi (proprietario dell’infrastruttura) ha deciso di imporre un limite eccezionalmente basso: 10 km orari. Che nel corso della giornata di domenica 28 luglio non è stato rispettato: gli agenti della polizia locale, utilizzando il “telelaser”, hanno individuato un ciclista che stava procedendo a 32 chilometri all’ora.
Le conseguenze
In questi casi, i ciclisti sono sottoposti alle stesse regole del codice della strada: dal momento che l’infrazione supera i 10 km/h ma non i 40, la multa oscilla tra i 168 e i 674 euro. Parlando con MilanoToday, il sindaco di Motta Visconti, Primo Paolo De Giuli, ha commentato: «I ciclisti non devono circolare ad alte velocità su questo tratto di strada. Capisco che queste persone si vogliono allenare, ma ci sono dei pezzi di strada dove possono andare forte, non qui. L’alzaia è frequentata da pedoni, famiglie con bambini e anziani e potrebbero verificarsi incidenti».
Il commento
E ancora: «L’azione ha una finalità dissuasiva, non punitiva. I controlli comunque si ripeteranno, ho sentito alcuni colleghi dei comuni vicini e mi hanno detto che si attiveranno anche loro. Potremmo fare controlli a giorni alterni, per intenderci». Secondo Federico Balconi, avvocato dell’associazione Zerosbatti che si occupa della tutela dei ciclisti, questa sanzione è «difficilmente contestabile, dato che è stata accertata sul telelaser su una ciclopedonale dove ci sono dei limiti di velocità». «Chi si muove in bicicletta non è obbligato a percorrere le ciclopedonali, ma qui si verifica un paradosso – ha precisato però Balconi -. Si dice sempre che ‘i ciclisti devono andare sulle ciclabili’, ma spesso queste sono classificate come ciclopedonali e hanno dei limiti talmente bassi che un amatore che si vuole allenare non riesce a farlo»
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