Olimpiadi, anche don Patriciello si schiera contro la pugile Khelif: «Ha la forza di un uomo, massacrerà la nostra Angela Carini»

Il parroco di Caivano, tuttavia, commette un errore: la pugile algerina non è transessuale, ma intersessuale

Le notizie errate sull’identità di genere di Imane Khelif impongono una premessa: la pugile algerina, in gara alle Olimpiadi di Parigi, non è una persona transessuale, ma intersessuale. Ovvero, già dalla nascita, una serie di condizioni relative ai cromosomi, ai genitali o ai caratteri sessuali secondari non erano inquadrabili esclusivamente nel genere maschile o femminile. Ciò detto, nella discussione che riguarda la partecipazione ai Giochi nel torneo femminile, è intervenuto anche don Maurizio Patriciello: «Domani – primo agosto – alle Olimpiadi si consumerà una grave ingiustizia nel silenzio generale. La nostra Angela Carini dovrà affrontare Imane Khelif e rischia di farsi molto male, perché l’avversaria ha la forza di un uomo».


Il parroco di Caivano, diventato popolare per le sue battaglie contro la Camorra, ha invocato l’attenzione della classe dirigente italiana: «Dobbiamo difendere Angela, è assurdo che nessuno parli, né il Coni né i nostri politici. Salviamo Angela Carini dalla pugile trans: è nata uomo, è più forte di lei, la massacrerà». Nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno, don Patriciello si è difeso preventivamente dalle possibili repliche alle sue dichiarazioni: «Qui l’ideologia e la religione non c’entrano nulla. Qui c’è un problema pratico che viene sottolineato da medici e sportivi onesti. La massa muscolare e la forza fisica che possiede quell’atleta non è paragonabile a quella di una donna».


E allora come mail ci Comitato olimpico ha ammesso Khelif? «L’ha fatto in nome di una ipocrisia del politicamente corretto. Eppure basterebbe leggere cosa ha dichiarato la pugile messicana che l’ha affrontata: “Non ho mai avuto colpi così pesanti”. E basta vedere la sua faccia come era ridotta dopo il match». In chiusura, don Patriciello si è detto preoccupato per l’atleta italiana: «Dio non voglia domani succeda qualcosa ad Angela, con quale coraggio i dirigenti sportivi delle Olimpiadi consentono questo? E le femministe perché non intervengono in difesa di una ragazza che rischia tanto? Io lancio un appello ad Angela Carini: domani non salire su quel ring. Capisco i sacrifici che hai fatto per arrivare alle Olimpiadi. Ma non rischiare la vita. Lascia perdere, sottraiti a questa follia».

Imane Khelif e Angela Carini
Imane Khelif e Angela Carini

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