Le proteste per la pugile Imane Khelif contro Angela Carini, La Russa: «Scorretto se tifo per la donna?». L’allarme sulla sicurezza

Esclusa dai mondiali di boxe per non aver superato il test di verifica del sesso, l’algerina ha avuto il via libera dal Cio

Cresce la protesta italiana sul caso dell’algerina Imane Khelif, che domani 1 agosto sfiderà sul ring delle Olimpiadi di Parigi l’azzurra Angela Carini. L’algerina ha incassato il via libera per gareggiare nei pesi welter ai Giochi, dopo aver superato i test di idoneità di genere. Così come è successo per il caso della taiwanese Lin Yu-tin. Entrambe le atlete erano state escluse dai Mondiali di pugilato appena lo scorso anno, proprio per non aver superato il test di verifica del sesso per gli alti livelli ormonali.


Il commento di La Russa

Nella polemiche si è aggiunto anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, che su Facebook ha commentato: «Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici… È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?».


La protesta del ministro Abodi

Sulla decisione del Cio per Parigi si è fatto sentire oggi il Coni, che ha chiesto il rispetto dei «diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari». Quel via libera per il ministro dello sport, Andrea Abodi, resta «poco comprensibile». Secondo il ministero non si capisce per quale motivo non ci sia «un allineamento dei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi». A preoccupare il ministro è anche il tema della «sicurezza di atleti e atlete», oltre che «il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico». Sicurezza che secondo Abodi per l’azzurra Carini rischia di non essere garantita.

Carini: «Mi adeguo»

«Io devo adeguarmi a quello che ha deciso il Cio, quindi domani andrò sul ring e darò tutta me stessa», dice Angela Carini, la 25enne napoletana che domani alle 12.20, in un match della categoria 66 kg, dovrà vedersela con l’algerina Imane Khelif. Dall’entourage della nazionale di pugilato filtra anche preoccupazione per quanto potrà succedere, mentre il presidente della Fpi Flavio D’Ambrosi preferisce affidarsi “a un silenzio istituzionale”

L’allarme sulla sicurezza

A protestare contro la presenza dell’algerina al torneo di boxe olimpico sono anche diversi deputati di FdI e Lega. Tra loro maria Grazia Friija che si dice preoccupata «rispetto alla sicurezza della nostra atleta e all’equità della competizione. Alla stessa atleta algerina era stato impedito di partecipare ai mondiali di boxe dello scorso anno per aver fallito il test ormonale, mentre a Parigi, grazie ad una regolamentazione diversa imposta dal CIO, ha ricevuto il via libera per gareggiare con atlete donne. Non è possibile che nel nome dell’inclusività si calpestino i diritti delle donne alle quali viene negata la possibilità di gareggiare in un contesto di parità di condizioni. Pensavamo di aver visto tutto con la dissacrante cerimonia inaugurale dei Giochi ma a quanto pare ci sbagliavamo».

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