Furto al duty free, il caso si può chiudere con 500 euro di multa. Fassino: «Sempre corretto e in buona fede, ma c’è amarezza per l’aggressività»

Il suo avvocato sostiene che, con questa riparazione pecuniaria, il deputato «eviterà altro stress che ha già scontato»

Potrebbe concludersi oggi, 31 luglio, il profumo gate che ha coinvolto Piero Fassino. Il deputato del Partito democratico, accusato del furto di una boccetta di Chanel da un duty free dell’aeroporto di Fiumicino, sta tentando la strada della riparazione pecuniaria: un versamento di circa 500 euro. I dettagli sono stati spiegati dal suo legale, Nicola Gianaria. Ma è stato Fassino stesso, in una nota, a confermare l’intento di ricorrere all’articolo 162 ter del Codice penale. Il deputato ha anche voluto rimarcare la sua onestà: «Tutta la mia vita fa fede della onestà della mia coscienza. E chiunque mi abbia conosciuto può testimoniare della assoluta correttezza e buona fede a cui ho sempre ispirato i miei comportamenti. Resta l’amarezza per l’aggressività, che mi ha molto ferito, con cui è stata trattata la vicenda».


«Non è un’ammissione di colpa»

L’avvocato Gianaria ha sottolineato che «estinguere il reato di tentato furto con una riparazione pecuniaria è un istituto previsto dal Codice e per noi non è una ammissione di colpa: tra l’affrontare nuovamente una manfrina con i giornalisti per un profumo, questa ci pare la cosa migliore, è una scelta dettata anche dalla volontà di togliere ulteriore stress al mio assistito che ha già scontato in anticipo». La riparazione pecuniaria in caso di furto è prevista dall’articolo 162 ter del Codice penale, secondo il quale il giudice può dichiarare estinto il reato se il contravventore paga una somma corrispondente alla metà della pena pecuniaria massima stabilita.


Le altre accuse di profumi

Per quanto riguarda, invece, le accuse di altri furti di profumi, l’avvocato di Fassino ha smentito categoricamente queste voci, affermando: «È una storia che è nata all’inizio delle indagini da dichiarazioni mai riscontrate fatte all’interno del duty free. Non ci sono video, né il mio assistito è mai stato fermato. Non so come abbiano potuto affermare queste cose». Ma ha precisato: «C’è solo un unico episodio che è stato contestato e noi, dopo la decisione del Gip, speriamo non se ne riparli mai più». Ad accusare di altri presunti furti erano state le testimonianze dei dipendenti del duty free 25 del Terminal 1 di Fiumicino.

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