Thomas Ceccon massacra l’organizzazione delle Olimpiadi sul Villaggio olimpico: «Non c’è aria condizionata, si mangia male e si dorme poco»

La scelta ecosostenibile sull’aria condizionata della sindaca di Parigi continua a far discutere gli atleti: «I Giochi migliori? In Giappone»

«Nel Villaggio Olimpico non c’è aria condizionata, fa caldo, si mangia male». A parlare è Thomas Ceccon, campione olimpico nei 100 dorso di nuoto, che ha raccontato le difficoltà alle Olimpiadi di Parigi 2024 tra problemi logistici e organizzativi. Ceccon si è lamentato del fatto che nel Villaggio, dove vi sono le residenze degli atleti, manca l’aria condizionata, rendendo quindi difficile adattarsi alle variazioni di temperature. Senza contare la qualità del cibo, già criticata da molti atleti, in particolare per la mancanza di proteine. Per questo, alcune delegazioni, come quella inglese, hanno deciso di ordinare pasti da fuori o di soggiornare in alberghi. I materassi in cartone riciclato e i cuscini forniti non sono confortevoli, con molti atleti che hanno portato i propri cuscini o li hanno comprati online.


La scelta ecosostenibile sull’aria condizionata

Le prime lamentele erano già emerse nei mesi scorsi quando è stato dato l’annuncio che Parigi 2024 non avrebbe installato l’aria condizionata nel Villaggio per limitare l’impronta di carbonio. Scelta fortemente voluta dalla sindaca Anne Hidalgo, che da subito ha promesso di organizzare «le Olimpiadi più verdi di sempre». In alternativa, sono stati piazzati degli impianti di raffreddamento sotto il pavimento e collegati alle centrali geotermiche che dovrebbero garantire un abbassamento della temperatura. Ma sembra non bastare e c’è chi come la squadra australiana ha speso 100mila dollari per portare con sé unità di aria condizionata, un opzione non vietata dagli organizzatori.


«I Giochi migliori? In Giappone»

All’interno degli impianti sportivi, le temperature variano drasticamente, con alcune zone che sono eccessivamente fredde. Inoltre, gli atleti devono utilizzare autobus di linea per spostarsi, spesso rimanendo in piedi. E il traffico parigino può far impiegare anche un’ora e mezza per coprire i 16 km fino alla piscina. Ceccon ha paragonato l’organizzazione questa edizione con quella precedente di Tokyo 2020, sostenendo che quest’ultima fosse leggermente meglio, ma non quanto i Giochi in Giappone: «È difficile batterli in questo. Anche mensa e cibo erano migliori e meglio organizzati». E ci tiene a precisare: «Pura cronaca, non un alibi per le nostre prestazioni».

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