Il Wsj: «Il reporter Gershkovich tornerà negli Stati Uniti»: era stato condannato a 16 anni in Russia
Nel marzo del 2023, i servizi di sicurezza russi avevano arrestato il reporter del Wall Street Journal (Wsj), Ewan Gershkovich, con l’accusa di spionaggio. Aveva fatto seguito una condanna spietata: 16 anni di carcere, perché ritenuto colpevole dai giudici russi di accusato di aver raccolto informazioni sensibili per conto della Cia su uno dei principali produttori di armi della Russia, il costruttore di carri armati Uralvagonzavod. Adesso, è arrivata invece la notizia sulla liberazione del reporter: Gershkovich ritornerà negli Stati Uniti oggi, 1 agosto, nell’ambito di uno scambio di prigionieri. Lo ha annunciato proprio il Wsj.
Gli altri prigionieri
Anche numerosi prigionieri politici russi, infatti, negli ultimi giorni sembrano essere scomparsi dalle celle in cui erano detenuti: Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin, Ksenia Fadeyeva, Oleg Orlov, solo per citarne alcuni. Il totale dei cittadini russi detenuti e poi scomparsi ammonterebbe a otto persone. A loro si aggiunge poi lo statunitense Paul Whelan, condannato a 16 anni per accuse di spionaggio da lui sempre respinte. Non è chiaro che fine abbiano fatto i prigionieri scomparsi: tanto che i loro familiari e avvocati stanno moltiplicando appelli e denunce. L’avvocata di Whelan, per esempio, ha dichiarato allarmata di «non sapere dove si trovi» il suo assistito.
Lo scambio
Nel caso di Vladimir Kara-Murza, uno dei volti più noti dell’opposizione (condannato a 25 anni per essersi opposto alla guerra in Ucraina), si saprebbe invece che ha lasciato la colonia penale IK-6 di Omsk. Per dirigersi però «verso un’altra destinazione» non meglio specificata. Uno dei suoi legali sostiene che Kara-Murza si troverebbe ora nell’ospedale del sistema penitenziario nella città siberiana, ma è impossibile accertarlo poiché non ci sono contatti con lui. Nel frattempo, si solidifica il sospetto su un presunto scambio di prigionieri in corso. Questo per alcuni episodi che si sommano al caso di Gershkovich. Come la grazia che il dittatore bielorusso Lukashenko ha concesso ieri a un cittadino tedesco condannato a morte. O il fatto che Putin ha lasciato intendere di volere il rilascio di Vadim Krasikov: un presunto ex agente russo accusato di aver ucciso un ex comandante ceceno a Berlino.
Foto copertina: Dmitry Chasovitin/REUTERS
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