«Dai picchiatevi, così facciamo i soldi»: i teenager che si prendono a pugni a pagamento a Trieste
Un filmato di 51 secondi racconta il Fight Club di Trieste. Un pestaggio a pagamento, nel senso che chi assiste deve metterci i soldi: 5 euro per vedere. Succede a Muggia, a 15 minuti da Trieste, e la storia la racconta Repubblica. Un’organizzazione di teenager si ritrova in chat, versa le quote e poi centinaia di ragazzi si radunano nella piazza dei bus, nei parchi, nelle spiagge e nelle case. Ci si picchia e si beve. Il tutto a favore di telefonino. Sono 500 i minorenni identificati. Tra loro triestini e minori stranieri non accompagnati ospiti delle strutture di accoglienza. Ci sono marocchini, tunisini, albanesi e kosovari, molti trasferiti dalla Lombardia a Trieste e stranieri di seconda generazione. Adesso però la polizia ha cominciato a pattugliare le piazze.
La prefettura
In prefettura il sindaco di Muggia Paolo Polidori ha detto che partiranno i controlli anche negli autobus che portano i giovani sul litorale. Così come negli edifici abbandonati dove spesso si riuniscono lontano dagli occhi degli adulti. Ci sarà anche un servizio di steward sulle spiagge e ricorrerà al decreto Caivano, pensato per arginare il fenomeno delle baby gang: «La norma serve ad agire con le famiglie e nel caso di minori stranieri incidere sul rinnovo dei permessi di soggiorno». Ma tra i ragazzi c’è anche chi parla: «Perché ci picchiamo? Scazzo, bro… e così fai soldi», confida un quindicenne. La questura sta raccogliendo elementi per valutare i profili di reato da inviare in Procura. D’altronde i video sono eloquenti. «Dai, picchiatevi», dice la ragazzina organizzatrice dell’incontro in un video. Alla fine sarà lei a intascare l’incasso. Che dividerà con le coetanee che si sono prese a sberle.
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