I nuovi scanner in aeroporto non vanno bene, lo stop dell’Ue: torna il limite sui liquidi in valigia

Gli scanner di ultima generazione permettevano controlli più rapidi e tridimensionali. Ma sono stati sollevati dubbi sulla loro affidabilità

Liquidi in volo sì, o liquidi in volo no? Con l’arrivo degli scanner di ultima generazione, la domanda sembrava superata. I dispositivi fanno infatti la Tac a trolley, zaini, borse, permettendo così di portare nel bagaglio a mano liquidi, creme e gel di qualsiasi peso. Erano stati adottati in aeroporti come quello di Milano Malpensa e Linate e Roma Fiumicino (per la gioia di passeggeri e gestori degli scali). Ma adesso, è arrivato il passo indietro della Commissione europea: dal 1° settembre, verranno ripristinati i limiti in vigore con i vecchi macchinari, scrive il Corriere della Sera. In altre parole: si potranno portare liquidi solo in confezioni da massimo 100 millilitri. 


La tecnologia

A differenza degli scanner tradizionali, basati sui raggi X, la nuova tecnologia è in grado di riconoscere direttamente eventuali esplosivi, producendo immagini tridimensionali e ad alta risoluzione anche senza aprire il bagaglio. Il dietrofront odierno appare tanto più clamoroso considerando che proprio l’Ue aveva approvato i macchinari, considerati attendibili. Invece ora la limitazione sarà estesa a tutti i modelli dello standard C3 dei sistemi per il rilevamento di esplosivi nel bagaglio a mano (Edscb). Ed è destinata a provocare non poca confusione negli aeroporti italiani, ma anche tedeschi, lituani, irlandesi, maltesi, olandesi e svedesi. Ovvero tutti quelli che avevano installato i dispositivi più tecnologici.


I documenti

Nei documenti ufficiali inviati alle società di gestione aeroportuale si legge, secondo quanto riporta il Corriere: «I sistemi conformi allo standard C3 progettati per lo screening del bagaglio a mano a cui è stato accordato il “marchio Ue” o lo status “in attesa di marchio Ue” prima del 1° agosto 2024 possono essere utilizzati per lo screening dei LAG (liquidi, aerosol e gel, ndr) soltanto con un limite di screening del volume massimo dei singoli contenitori che non superi i 100 ml». Computer portatili o altri dispositivi elettronici potranno invece rimanere all’interno del bagaglio a mano. Almeno per il momento.

I dubbi

Lo scorso maggio, Bruxelles aveva parlato di alcune informazioni tecniche ricevute, «indicanti che una configurazione specifica dei sistemi per il rilevamento di esplosivi per il bagaglio a mano conformi allo standard C3 non soddisfa le prestazioni richieste per quanto riguarda lo screening di liquidi, aerosol e gel». E dunque, il limite previsto era stato di 330 ml per l’esemplare Hi-Scan 6040 CTiX realizzato dalla britannica Smiths Detection e l’algoritmo di rilevamento «20-50-00».

La limitazione

Adesso, invece, la linea si indurisce ulteriormente. «Le informazioni tecniche ricevute dalla Commissione e convalidate dagli Stati e dai laboratori Ecac (Conferenza europea dell’aviazione civile, ndr) hanno evidenziato la necessità di riesaminare le configurazioni esistenti dei sistemi Edscb conformi allo standard C3». Per questo «a titolo precauzionale, al fine di preservare la sicurezza del trasporto aereo, è opportuno introdurre una limitazione del volume massimo dei singoli contenitori di liquidi, aerosol e gel che possono essere sottoposti a screening».

Le reazioni

Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, l’associazione che riunisce gli scali del continente, non è riuscito a nascondere il suo disappunto. Ha infatti premesso che «la sicurezza non è negoziabile, è in cima alle priorità degli aeroporti europei e per questo rispetteremo la nuova restrizione». Ciononostante, «Resta il fatto che quegli aeroporti che sono stati i primi ad adottare questa nuova tecnologia saranno pesantemente penalizzati sia operativamente che finanziariamente».

Inoltre, prosegue, «la decisione di imporre ora restrizioni significative al loro uso mette in discussione la fiducia che l’industria può riporre nell’attuale sistema di certificazione dell’Ue per le attrezzature di sicurezza dell’aviazione». Aci Europe conclude chiedendo alla Commissione Europea e agli Stati membri «di sviluppare una roadmap con tappe precise per eliminare le restrizioni attuali e ripristinare la fiducia nel sistema di certificazione dell’Ue per le attrezzature di sicurezza dell’aviazione».

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