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Scambio storico di 26 prigionieri con la Russia, l’annuncio di Joe Biden: «Un’impresa diplomatica, agonia finita»

01 Agosto 2024 - 19:41 Ugo Milano
«Non ho bisogno di parlare con Putin. Le critiche di Trump? Poteva farlo lui quando era presidente», ha detto il presidente Usa in conferenza stampa

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confermato che tre cittadini americani e un titolare americano di carta verde, precedentemente imprigionati in Russia, stanno finalmente tornando a casa. I liberati sono l’ex marine americano Paul Whelan, il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, la giornalista di Radio Liberty Alsu Kurmasheva e il dissidente russo Vladimir Kara-Murza. «Un’importante impresa diplomatica», così il presidente americano ha definito lo storico scambio di prigionieri – 26 in tutto – provenienti da sette diversi Paesi: Usa, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia. I prigionieri, ha affermato Biden in conferenza stampa, «sono stati trattenuti ingiustamente per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia è finita».

Le dichiarazioni di Biden e il (mancato) commento del Cremlino

Durante il suo intervento, Biden ha espresso gratitudine ai numerosi alleati che hanno lavorato alle «complesse» negoziazioni e ha citato Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia. Questo scambio, ha osservato il presidente degli Usa in una nota, «è un potente esempio del perché è fondamentale avere amici in questo mondo di cui ci si può fidare e su cui contare. Le nostre alleanze rendono gli americani più sicuri». Sollecitato da un giornalista su cosa avrebbe detto all’ex presidente Donald Trump, il quale ha sostenuto che avrebbe potuto negoziare il rilascio dei prigionieri senza concedere nulla, Biden ha replicato: «Perché non lo ha fatto quando era presidente?». Quanto, invece, alla domanda se si fosse sentito con il presidente della Russia, ha risposto: «Non ho bisogno di parlare con Vladimir Putin». Dal canto suo, il Cremlino non ha ancora commentato. Mentre il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha aggiunto ai giornalisti: «Dai tempi della Guerra fredda non c’è mai stato un numero simile di individui scambiati in questo modo e non c’è mai stato, per quanto ne sappiamo, uno scambio che abbia coinvolto così tanti Paesi, così tanti stretti partner e alleati degli Stati Uniti che lavorano insieme».

I prigionieri liberati

Nelle scorse ore, anche la presidenza turca ha confermato che lo scambio è avvenuto ad Ankara e ha rivelato che i detenuti coinvolti provengono da Stati Uniti, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia. In totale, dieci persone, tra cui due minori, sono state trasferite in Russia, tredici in Germania e tre negli Stati Uniti. Tra i rilasciati, vi sono anche il cittadino tedesco Rico Krieger, precedentemente imprigionato in Bielorussia, e il politico russo di opposizione Ilya Yashin. Inoltre, è stato confermato il rilascio di Vadim Krasikov, presunto ex agente russo detenuto in Germania con l’accusa di omicidio di un ex comandante ceceno a Berlino.

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