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Stati Uniti, Kamala Harris è ufficialmente la candidata dei democratici alle elezioni presidenziali

02 Agosto 2024 - 21:13 Ygnazia Cigna
kamala harris candidata ufficiale usa
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Biden festeggia: «Non potrei essere più orgoglioso. Vinciamo»

Kamala Harris è ufficialmente la candidata dei Democratici alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Il presidente del Democratic National Committee ha annunciato che la vicepresidente Usa ha ottenuto i voti necessari per la nomination. Nomina storica per Harris che è la prima donna afroamericana a essere candidata alla presidenza. «Sono onorata di essere la candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti. Accetterò ufficialmente la nomination la prossima settimana. Questa campagna è fatta di persone che si uniscono, mosse dall’amore per il Paese», ha dichiarato Harris in un post sul suo account X (ex Twitter). Immediata la reazione del presidente in carica Joe Biden, che festeggia la nomination: «Una delle mie migliori decisioni è stata scegliere Kamala Harris come vicepresidente. Ora sarà la nostra candidata, non potrei essere più orgoglioso. Vinciamo». Sono iniziate giovedì scorso le procedure di voto virtuale, con già 2.350 delegati hanno votato per Harris, regalandole così la maggioranza per la storica candidatura. Tuttavia, le votazioni si chiuderanno ufficialmente lunedì alle 18.

La corsa per la vicepresidenza di Harris

Secondo indiscrezioni, Harris dovrebbe incontrare i finalisti della corsa alla vicepresidenza nel weekend per poi annunciare la sua scelta. La scelta del numero due di Harris sta suscitando dibattito tra i democratici, con il governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, in pole position per l’incarico. Ci sono, però, preoccupazioni tra i progressisti e i gruppi pro-Palestina riguardo alla sua candidatura, poiché Shapiro è un ebreo praticante e, a loro avviso, potrebbe alienare questi segmenti di elettorato. Oltre a Shapiro, nella rosa dei candidati figurano anche i governatori Tim Walz del Minnesota e Andy Beshear del Kentucky, e il senatore dell’Arizona Mark Kelly. Trump, dal canto suo, ha minimizzato l’importanza della scelta del numero due di Harris, affermando di non essere preoccupato per chi verrà scelto.

Le campagne elettorali: Harris vs Trump

La campagna elettorale di Trump ha senza dubbio perso vigore dopo il ritiro di Biden. Mentre il candidato repubblicano cerca di capire come recuperare, la campagna di Harris sembra andare molto bene, anche da un punto di vista economico. Harris ha raccolto ben 310 milioni di dollari solo nel mese di luglio, grazie principalmente a donazioni sotto i 200 dollari da parte di insegnanti e infermieri. Una cifra che è il doppio di quanto raccolto da Trump nello stesso periodo e rappresenta la somma più alta nella storia delle elezioni presidenziali statunitensi. Un successo, questo della raccolta fondi, che ha agitato i repubblicani, già preoccupati per gli attacchi di Trump contro Harris. Nel frattempo, il candidato repubblicano sta provocando numerose polemiche per le sue recenti dichiarazioni di stampo razzista, su cui è intervenuta anche la ginnasta afroamericana Simone Biles. In una recente intervista, Trump ha accusato Harris di «essere diventata nera» solo per convenienza, mentre in realtà sarebbe indiana. Una sparata che ha scatenato una valanga di critiche, anche all’interno del suo stesso partito, con molti repubblicani che temono che attaccare Harris con affermazioni razziste possa allontanare gli elettori afroamericani e le donne, elettorati di cui il partito ha disperatamente bisogno per conquistare la Casa Bianca.

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