Gianluca Grignani: «Mia madre ha detto a Lucio Dalla che non ero il suo tipo»

Da giovane «assomigliavo a Luis Miguel. Ragazze ne ho avute tante, però sono ancora qui»

Gianluca Grignani si sente «un artista. Una persona vulnerabile. La vulnerabilità è necessaria, la parte di te che soffre ti rende più umano. Mi piego come il giunco ma non mi spezzo. Però non significa che sia facile colpire i miei punti deboli». In un’intervista al Corriere della Sera dice che la madre lo voleva duro come il cuoio: «Mi ha cresciuto così, adesso è molto fiera di me». Mentre non è andato al funerale del padre: «Viveva in Ungheria, è successo tutto all’improvviso. Ma sto cercando di avere le sue ceneri». E da adolescente era già molto bello: «Mi dicevano che assomigliavo a Luis Miguel. Portavo i capelli lunghi come Capitan Harlock. I ragazzi più grandi erano gelosi. Litigavo e prendevo botte».


La bellezza

Dice che sulla bellezza ci marciava «poco, sembra strano, ma non sono un furbone in quel senso». Anche di avventure «ne ho avute tante, però sono ancora qui. Niente e nessuna si ferma con me. Le astuzie delle donne mi annoiano, le vedo tutte e mi allontano. In apparenza resto gentile, un signore, ma in realtà sono già scappato». E aggiunge: «Molte mie ex le adoro, ma non c’è stata la capacità di volere stare insieme fino in fondo». Poi rivela che si è comportato male «con la ragazza di La mia storia tra le dita. L’ho lasciata il giorno del mio diciottesimo compleanno. La amavo, ma non avevamo futuro. O meglio, sarebbe stato scintillante per lei e amaro per me. Non mi lasciava fare musica». Anche se nella canzone è lui quello che viene mollato: «Ho preso solo spunto. In fondo lei mi mancava». Lei sa che la canzone è dedicata a lei: «Si chiama Sara. Ogni tanto ci siamo sentiti su Instagram».


Gli amici

Grignani dice anche che «Lucio Dalla è stato il migliore amico che ho avuto in questo ambiente. La prima volta che andai a casa sua, entrando in soggiorno non vidi nessuno. Poi mi accorsi che mi stava scrutando da dietro una poltrona. Mi spiegava: “La libertà è un lavoro difficile”. Una volta telefonò a casa per invitarmi in barca, rispose mia madre. “La ammiriamo tanto, signor Dalla, ma mio figlio non è il tipo”. Quando Lucio me l’ha raccontato ci abbiamo riso un quarto d’ora». Mentre Califano lo aveva adottata: «Diceva: “In Italia c’è un fijo de na mign…a peggio de me , è Gianluca Grignani” — (lo imita alla grande) —. L’ho preso come un complimento».

Il più figo

Infine dice chi è più figo tra lui e Damiano dei Maneskin: «Lui, assolutamente, è stupendo». Vi conoscete? «Ci saremo incrociati forse per sbaglio». E vedeva bene Fedez come premier. «L’anno scorso. Ora però ha altro a cui pensare».

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