Parigi 2024, Angela Carini e il match con Imane Khelif: «Sono stata una grande donna a dire no»
«Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l’equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta». Angela Carini spiega così oggi nelle interviste perché si è ritirata ieri dopo 46 secondo dal match con Imane Khelif. Nell’incontro, ammette, non ci sono state irregolarità. E nega il ritiro programmato: «Anche se mi avessero detto non combattiamo non avrei accettato». Adesso dice «ciao alla boxe». Il suo allenatore Emanuele Renzini, direttore tecnico della Nazionale di pugilato, è più sibillino: «Non credo che avesse già deciso di abbandonare, credo che abbia scelto d’impulso. Sarebbe stato meglio dire: “Non voglio salire sul ring perché non lo ritengo giusto”».
Perché Angela Carini ha abbandonato
In una lunga intervista a La Stampa Carini spiega che non ha mai protestato per l’abbinamento con Khelif: «Non ho mai detto una parola. Mi adeguo alle regole, non decido io». Si scusa per non aver salutato l’avversaria dopo il verdetto, ma aggiunge che non c’è stata nessuna irregolarità. E poi aggiunge: «Sono stata una grande donna a dire no. Una grande donna». Ma nega la premeditazione: «Anche se mi avessero detto non combattiamo non avrei accettato. Non mi sono mai abbattuta». Anche se il suo allenatore chiosa: «Si è ritirata dopo aver detto “non è giusto”». E Angela non si tira indietro: «Sì, ho detto che non è giusto. Non è giusto rinunciare a un’Olimpiade che era la mia Olimpiade. Ma non sta a me giudicare».
L’allenatore
L’allenatore Renzini descrive il momento del ritiro: «Angela si è girata verso di me e ha detto “maestro, mi fa male il naso. Non voglio combattere”. Le ho chiesto di arrivare alla fine del round, così avrei avuto un minuto per parlarle. Ha provato ancora, ma dopo dieci secondi si è girata di nuovo e ha detto basta». Renzini conferma anche che dopo l’abbinamento con Khelif per Carini c’è stata una piccola crisi: «Provava dispiacere perché dopo tanti sacrifici arriva qui per ritrovarsi subito un’avversaria difficile. Rientrata la crisi ha ripreso i suoi allenamenti con grande motivazione. Poi è successa questa cosa, non so da cosa dipenda. Approfondiremo». Ma smentisce i presunti pericoli del combattimento: «Non ci sono grossi rischi perché le potenze espresse sono più limitate, le protezioni sono eccellenti. Però è chiaro che queste differenze si fanno sentire».
L’abbraccio di Meloni
La premier Giorgia Meloni alla fine l’ha abbracciata e difesa sui social media. «Si è comportata come una mamma con una figlia. Mi ha detto di non mollare», dice Carini. Il Corriere della Sera riporta i virgolettati di Meloni: «Non sono d’accordo con la scelta da anni, da quando nel 2021 il Cio cambiò il regolamento e noi presentammo una mozione per segnalare le possibili conseguenze. Perché è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell’atleta algerina la gara non è equa. Ci sono anche profili legati alla sicurezza», avrebbe detto la premier. Per poi aggiungere: «Da anni tento di spiegare che alcune tesi portate all’estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne. Non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete di poter competere ad armi pari. Quindi non ero d’accordo con la scelta nel 2021, non sono d’accordo con la scelta oggi. Ringrazio Angela Carini per come si è battuta».
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