Frate e parroco arrestati ad Afragola per violenza sessuale, il testimone: «I rapporti avvenivano anche nei conventi»

Lo scorso mercoledì, 6 persone sono finite in manette: tra loro anche padre Domenico Silvestro e padre Nicola Gildi

Si arricchisce di dettagli inquietanti l’indagine dei carabinieri della compagnia di Casoria e della caserma di Afragola (in provincia di Napoli), iniziata per fare luce su una rapina ma evoluta nella scoperta di ricatti sessuali e incontri hot a cui avrebbero preso parte anche due frati. Lo scorso mercoledì, 6 persone sono finite in manette: tra loro anche padre Domenico Silvestro, parroco della basilica di Sant’Antonio di Afragola, in provincia di Napoli, e padre Nicola Gildi, all’epoca dei fatti di stanza nella stessa parrocchia e oggi rintracciato dai carabinieri nel convento “Santa Maria Occorrevole” di Piedimonte Matese (Caserta). Entrambi sono accusati di violenza sessuale. I fatti contestati sarebbero avvenuti anche nei conventi di Roccamonfina e Teano.


Le accuse

Inoltre, scrive il Mattino, per Gildi c’è anche l’accusa di aver ricoperto il ruolo di mandante nella rapina aggravata perpetrata ai danni delle vittime degli abusi che sui loro cellullari avevano registrato chat e messaggi a sfondo sessuale. Per portare a termine il colpo, i due frati avrebbero intrecciato rapporti con imprenditori e rampolli della camorra. L’inchiesta è ancora in fase preliminare, ma fino ad ora non emerge un quadro rassicurante dalle denunce e le testimonianze raccolte dai carabinieri nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord.


L’inchiesta

Due settimane dopo la rapina in questione, lo scorso maggio, i carabinieri ascoltarono per esempio l’ex frate Francesco, che ha dichiarato di conoscere le due vittime. Una di loro, disse, «mi ha raccontato che per avere gli aiuti economici e i generi alimentari era costretto ad avere rapporti sessuali con padre Mimmo». L’ex frate Francesco ha confermato che l’uomo lavorava «dai frati del santuario di Sant’Antonio di Afragola». Inoltre ha parlato di «altri episodi di questo tipo accaduti nei conventi sia di Roccamonfina, Teano che Afragola» dove «era presente anche frate Nicola Gildi». Anche con lui, la vittima sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali.

La testimonianza

L’ex francescano ha spiegato che di questi episodi veniva a conoscenza «nel corso della mia presenza nei conventi nei quali sono stato ovvero Roccamonfina, Teano, Afragola», dove aveva spesso incontrato la vittima «che si trovava lì sempre per i soliti lavori che veniva chiamato a svolgere». Ad Afragola, ma anche a Teano, «era sempre presente padre Nicola come parroco o figura importante, perché ha rapporti con il pubblico». Ad obbligare la vittima ad avere rapporti sessuali sarebbe invece stato «padre Mimmo»: in cambio forniva generi alimentari della Caritas «spesso scaduti» e spesa. «Lui era costretto a compiere questi rapporti, perché se non acconsentiva non gli veniva fornita assistenza personale, spesa, medicine».

Le chat

Un altro uomo, in cambio delle prestazioni, avrebbe invece ricevuto ricariche periodiche tra i 40 e i 60 euro sulle carte prepagate. Ma non finisce qui. Perché sarebbe anche venuta alla luce l’esistenza di alcune chat per organizzare orge e incontri, salvate sui cellulari sequestrati. Gli scambi avvenivano sui siti di incontri «Ciao Amigos» e «Tinder», dai quali partivano le richieste e i contatti. I rapporti, invece, avrebbero avuto luogo anche all’interno dei vari conventi frequentati dai frati.

Gli arresti

In seguito all’inchiesta, sono finiti in carcere anche Giuseppe Castaldo, 54 anni, e Antonio Di Maso, 43 anni. Entrambi imprenditori di Afragola, entrambi accusati di aver pianificato la rapina dei cellulari delle due vittime e di aver contattato gli esecutori materiali del colpo. Ovvero il 21enne Danilo Bottino, di San Vitaliano, e il suo complice Biagio Cirillo, 19 anni di Marigliano, entrambi orbitanti nel clan Castaldo che controlla la zona di Marigliano. 

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