Roberto Saviano e la democrazia sotto attacco: «Meloni cancella il giornalismo che non scrive sotto dettatura»
Secondo Roberto Saviano la democrazia in Italia è sotto attacco. Perché Giorgia Meloni vuole cancellare il giornalismo che non scrive sotto dettatura. In un’intervista a Domani lo scrittore spiega che la premier sta costruendo con le parole una realtà alternativa: «Se io scrivo di mafia lo faccio per soldi. Se Antonio Scurati scrive di fascismo lo fa per arricchirsi. Chiunque scriva ciò che non rientra nei desiderata della premier viene accusato di farlo per interesse». Perché la sua parte politica «vuole rappresentare un mondo in cui chiunque non la pensi come loro è prezzolato». E questo «come se Meloni facesse la premier per amore verso il mondo. Come se la sua famiglia occupasse i vertici del partito e del governo pro bono. Come se tutte le persone a lei vicine posizionate in ruoli apicali abbiano deciso di occupare il potere gratis».
Saviano dice che la democrazia è sotto attacco non da oggi. «Dobbiamo renderci conto che oggi paghiamo la pavidità delle politiche di centrosinistra su questioni cruciali: lavoro, carcere, immigrazione». Mentre «gli intellettuali in questo paese vengono minacciati, e non da ora. Qui da noi gli intellettuali, qualunque cosa scrivano o dicano, vengono accusati di farlo per tornaconto personale. Ci vuole tanta forza per continuare a fare le battaglie in cui si crede quando la politica ti espone continuamente ad attacchi e odio. Quando toglie risorse e possibilità di lavorare». Infine, secondo lo scrittore «è il potere che ha sempre utilizzato ogni suo mezzo per screditare chi lo mette in discussione. Sono le persone che non devono farsi prendere in giro».
Leggi anche:
- Saviano contestato a Varese, la Digos indaga sullo striscione: «Cantastorie sporco, lo stereotipo del buon napoletano»
- La lunga notte di Scampia, dopo il crollo alla Vela Celeste: in centinaia non possono rientrare a casa. Rabbia di Saviano. Geolier: «Abbandonati, non ci sono più lacrime»
- Meloni, il caso Salvini e la censura in Rai: «Scurati e Saviano si sono fatti pubblicità». La battuta a De Luca? «Mi è venuta in macchina»