«Le sentenze su Bologna solo per colpire la destra», Mollicone (FdI) imbarazza Meloni: l’attacco ai giudici sulle stragi neofasciste
Va all’attacco dei giudici che si sono espressi sulla Strage di Bologna Federico Mollicone, che in un’intervista alla Stampa contesta le sentenze e la ricostruzione sulla matrice fascista anche di quell’attentato. Il deputato FdI e presidente della Commissione Cultura alla Camera tira dritto, dopo le polemiche scoppiate contro il governo nell’ultimo anniversario della Strage di Bologna: «Non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo – dice Mollicone – È ora di farla finita con questa ipocrisia».
L’attacco che imbarazza Meloni
Parole che da palazzo Chigi si sarebbe voluto evitare e che ora rischiano di mettere in imbarazzo Giorgia Meloni, già alle prese con gli attacchi dei famigliari delle vittime e del Pd. Mollicone contesta nel merito e nel metodo le sentenze: «Era chiaro dall’inizio del processo a Bellini, criminale conclamato e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai ha avuto a che vedere con noi, che l’obiettivo di parte della magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana».
La polemica sulla destra di governo
Mollicone rivendica quella che per lui è la vera identità della destra oggi al governo: «Noi siamo quella destra che, non oggi, ma negli anni Settanta, ruppe con chi scelse il terrorismo. La storia di Bellini non c’entra con la nostra, e nemmeno mi interessa il suo curriculum giudiziario. Ma non posso non vedere l’operazione che i giudici hanno portato avanti e che lo ha reso la vittima di un teorema». Accuse pesanti di cui Mollicone sostiene di avere prove per dimostrare ciò che dice. L’obiettivo è «trovare la verità storica per tutti gli italiani. Chiederemo a Nordio, con un’interrogazione parlamentare, di verificare ciò che sto denunciando».
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