Tormentoni estivi a confronto: la top ten degli anni Sessanta – La serie

Gino Paoli – Sapore di sale (1963)

Siamo nel 1963, Gino Paoli ha già dimostrato di essere un cantautore fondamentale, il primo e forse in quel momento più importante di quella scuola genovese che metterà il timbro sulla migliore produzione musicale italiana dell’epoca. Nel suo repertorio ha già capolavori assoluti del calibro de La gatta, Il cielo in una stanza e Senza fine, tutti successi che lo portavano già in giro per l’Italia in molto stressanti tour. Un giorno si ritrova sulla spiaggia di Capo D’Orlando, provincia di Messina, ospite dei baroni Milio, per quella che doveva essere una pausa, come racconta lo stesso Paoli, «In una casa deserta vicino a una spiaggia deserta». Proprio lì fu colto da quello che ha descritto come «Un flash, un lampo di luce, uno stacco dalla realtà come dovrebbe essere una vacanza, che significa un allontanamento temporaneo dalle abitudini consolidate». Una sensazione che Ennio Morricone tradusse con un giro di basso iniziale che farà storia, che declina in musica quella sensazione di pace e turbinio sotterraneo che poi Paoli cavalca con delle immagini di una nitidezza del tutto coinvolgente. Niente che avesse a che fare con Stefania Sandrelli alla quale per molto tempo, fu attribuita l’ispirazione del cantautore genovese.